Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – lunedì
La spiritualità di questa settimana
Questa settimana è del tutto particolare, perché vivremo le giornate eucaristiche. Inoltre celebriamo con solennità la festa di San Giulio, mercoledì, poi il beato Andrea Carlo Ferrari, quindi la Presentazione del Signore e infine San Biagio. Abbiamo perciò moltissimi momenti di celebrazione straordinari che ci aiuteranno a tenere desto lo sguardo sull’Eucarestia.
La Parola di questo giorno
LETTURA Sir 24, 30-34
Lettura del libro del Siracide
Io, la sapienza, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, ho detto: «Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora, la farò brillare molto lontano. Riverserò ancora l’insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future. Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano.
SALMO Sal 102 (103)
Benedici il Signore, anima mia.
L’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. R
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola. R
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia. R
VANGELO Mc 5, 24b-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Molta folla seguiva il Signore Gesù e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Siracide
Il libro del Siracide ci offre, questa mattina, una piccola meditazione sulla sapienza. La sapienza di Dio è la sapienza creatrice, la grande sapienza che governa tutto il cosmo. La sapienza dell’uomo è partecipe di questa sapienza di Dio, ma parte dalle piccole cose della vita di ciascuno, dalle piccole cose della vita di ogni uomo. È per questo che essa assomiglia prima ad un ruscello, poi ad un canale, poi ad un fiume e, infine, ad un mare. È un paragone per dire che l’uomo di fede avanza nella conoscenza, nel possesso della sapienza. Quello della sapienza è un cammino. Un cammino che, se non ostacolato, porta a rendere la sapienza presente nel cuore dell’uomo sempre più forte.
C’è, poi, una seconda parte della meditazione. L’uomo di fede lavora per avere questa sapienza, ma non lavora solo per sé. Il credente cerca la sapienza di Dio e lavora per tutti coloro che amano Dio e che ricercano la disciplina, ovvero per tutti coloro che vogliono dare un senso ai propri giorni. Il sapiente secondo la fede diventa sempre un esempio.
Vangelo
Questi insegnamenti che ci sono stati trasmessi dalla teoria del Siracide trovano pieno riscontro nelle parole e nei gesti del Signore Gesù e di chi lo incontra. La grande protagonista di oggi è questa donna, l’ “emorroissa” come siamo soliti chiamarla. Una donna che non ha particolare sapienza, non è istruita, è una del popolo. Ma è una donna di vera sapienza di fede. Ella sa che se solo toccherà la veste del Signore sarà guarita. Lo sente, ne conserva nel cuore l’intimo convincimento. È una donna che sa affidarsi a Dio. È per questo che, all’insaputa di tutti, viene per compiere questo piccolo gesto furtivo, gesto che non rimane tale, ma che viene proposto alla meditazione di tutti. Questa donna, che non disturba il Signore, che lo prende, per così dire, alle spalle, dimostra di avere più sapienza di tutti i medici che hanno provato a curarla. Essa ha capito che la salvezza che promette il Signore non è solo spirituale, ma ingloba anche il fisico. È per questo che compie il suo gesto furtivo con assoluta scaltrezza e assoluta riservatezza. È il Signore che mette questa donna in piena luce, perché l’esempio della sua sapienza edifichi tutti coloro che conosceranno la sua storia.
Si adempie così il Siracide. Il piccolo rivolo della sapienza di questa donna diventa un fiume. Il suo esempio diventa una sorgente luminosa per tutti. Questa donna non ha lavorato soltanto per sé, ma per tutti coloro che amano la disciplina, degli occhi, del cuore, dei sentimenti, dei sensi.
Per noi e per il nostro cammino
- Su quali criteri di sapienza lavoriamo?
- Il nostro esempio è davvero tale per chi ci vede?
Credo che anche noi tutti dovremmo riflettere molto bene sull’insegnamento di sapienza di cui ci ha parlato questa Parola di Dio. Credo che a tutti venga in mente qualche esempio di sapienza di fede che abbiamo ricevuto, magari proprio da donne simili a quella del Vangelo: le nostre nonne, bisnonne, che erano gente poco istruita ma con una grandissima sapienza di fede e anche sapienza popolare. Oppure potremmo citare anche altri esempi. Certo è che dovremmo tutti davvero chiederci se il nostro esempio diventa un esempio di sapienza, se siamo in grado di essere anche noi piccoli punti di riferimento per chi ci vede, per chi vive con noi, per chi vive la fede insieme a noi.
Certamente dovremmo poi chiederci se noi lavoriamo davvero per chi ama la disciplina, anzi, dovremmo chiederci se noi la amiamo, perché mi pare che di una vita “regolata”, cioè di una vita che segue un esempio, non voglia saperne nessuno! Credo che oggi siano altri i criteri di riferimento. Ben venga, allora, la Parola di Dio che ci aiuta a capire che noi siamo fatti per assumere una regola, noi siamo fatti per dare un “tono” alla nostra esistenza. Una vita regolata non è una vita dove ci si priva di qualcosa, ma una vita dove si sceglie di avere un centro, un punto di riferimento, un appiglio per tutti i nostri giorni. Chiediamo questa grazia tutti insieme. La chiediamo proprio all’inizio di questa settimana così importante. La chiediamo già per intercessione di San Giulio, di San Biagio, del cardinal Ferrari.
Cerchiamo anche noi di non lavorare soltanto per noi ma per tutti coloro che amano la disciplina, per tutti coloro che amano avere un criterio di fede da seguire e al quale appellarsi.