Venerdì 29 maggio

Settimana della settima domenica di Pasqua – Venerdì

Vangelo

Gv 16, 5-11
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

Nel Vangelo di oggi si continua la meditazione di ieri. San Giovanni insiste molto su questa parte dell’ultima predicazione di Gesù. Gesù ha indicato al discepolo che la sua assenza dal mondo non sarebbe stato un “vuoto”. Con la sua morte e risurrezione non si sarebbe aperto semplicemente il tempo della sua invisibilità e della sua assenza, ma si sarebbe aperto il tempo dello Spirito Santo, che è chiamato “Paraclito”, cioè “consolatore”. Compito dello Spirito Santo è dunque, quello di far nascere nel cuore degli uomini la “consolazione del cuore”, quella consolazione che rende possibile per l’uomo di tutti i tempi, l’affrontare tutte le realtà della vita, anche quelle più difficili, complesse, intricate… Il credente è un uomo che vive, nel suo tempo, nella sua storia, assolutamente persuaso che il Signore lo stia accompagnando. Questa certezza è ciò che fonda la sua consolazione.

Romani

Rm 8, 24-27
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Fratelli, nella speranza siamo stati salvati. Ora, ciò che si spera, se è visto, non è più oggetto di speranza; infatti, ciò che uno già vede, come potrebbe sperarlo? Ma, se speriamo quello che non vediamo, lo attendiamo con perseveranza. Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza; non sappiamo infatti come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa che cosa desidera lo Spirito, perché egli intercede per i santi secondo i disegni di Dio.

Consolazione che non è, semplicemente, l’avvertire qualche emozione che rende più sopportabile le cose. La consolazione del cuore, a cui fa riferimento il Vangelo, è quella spiegata da Paolo: è la vita eterna. Poiché la vita eterna non si può spiegare, occorre solo attenderla con perseveranza. Quella perseveranza che nasce dalla speranza di cui l’apostolo ci ha parlato ieri. La speranza della vita eterna non è, poi, una consolazione passeggera, ma è qualcosa che lo Spirito Santo accende nel cuore dell’uomo. Lo diceva molto bene la seconda parte della lettura. Poiché noi non sappiamo nemmeno bene come pregare, poiché noi non sappiamo nemmeno bene cosa chiedere, è lo Spirito Santo che prega per noi, agisce dentro di noi, illumina il nostro cuore, la nostra mente, sostiene il nostro impegno, dilata gli spazi del nostro cuore fino a quando noi non impariamo a desiderare e a fare solo il bene e tutto il bene che possiamo…

È questa l’ “intercessione” che lo Spirito Santo vive per ciascuno di noi: egli prega per noi perché noi impariamo ad essere sempre pronti a comprendere e a realizzare quella particolare volontà di Dio che riguarda la nostra vita.

Cantico dei Cantici

Ct 7, 13a-d. 14; 8, 10c-d
Lettura del Cantico dei Cantici

Di buon mattino andremo nelle vigne; vedremo se germoglia la vite, se le gemme si schiudono, se fioriscono i melograni. Le mandragore mandano profumo; alle nostre porte c’è ogni specie di frutti squisiti, freschi e secchi: amato mio, li ho conservati per te. Così io sono ai suoi occhi come colei che procura pace!

È dunque lo Spirito che dà pace alla nostra anima, l’anima, dal canto suo, cerca di rispondere a questa azione dello Spirito, producendo quei frutti buoni e duraturi che sono i frutti dell’amore perseverante che l’uomo può vivere. Il mondo stesso è come un immenso giardino di fiori dai mille profumi che sono il prodotto di ciò che lo Spirito sa creare lì dove il mistero di Dio è accolto, atteso,  corrisposto.

Veni Sancte Spiritus!

Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché anche noi impariamo ad invocare lo “Spirito Consolatore”. Quest’anno, con quello che abbiamo vissuto, abbiamo proprio bisogno di invocare questa forza dentro ciascuno di noi. Senza la forza di questa consolazione, infatti, non potremo mai giungere alla pienezza di vita di cui ci ha parlato la Parola di Dio di questa novena allo Spirito.

Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché impariamo a guardare alla vita eterna come all’esito finale della nostra esistenza. Senza questa prospettiva, infatti, tutto si spegne e perde quella lucentezza che, al contrario, dovrebbe avere.

Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché impariamo a guardare al mondo e a tutta la realtà creata come a quel giardino nel quale trova vita ogni cosa buona che lo spirito sa creare. Solo così potremo stimare l’azione di Dio ed essere sempre più convinti della sua presenza nel mondo e accanto ad ogni uomo.

Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam!

2020-05-22T10:31:51+02:00