Settimana della settima domenica di Pasqua – Sabato
Questo sabato è del tutto particolare. La messa del mattino viene celebrata solo per via delle intenzioni di suffragio, ma sarebbe preferibile celebrare solo la S. Messa della sera, che ci introduce già nel giorno santo della Pentecoste, vera pienezza di questo tempo pasquale. La Messa di questa sera sarà molto complessa, con numerose letture, proprio perché la Chiesa antica di Milano celebrava la veglia, in occasione della Pentecoste, che si protraeva per gran parte della notte. Questo spiega perché questa mattina ci sono solo due scritture, invece che tre, come abbiamo celebrato per tutta la novena di Pentecoste e, in parte, esse sono la ripetizione di quelle già ascoltate.
Vangelo
Gv 16, 5-14
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
Tutta la prima parte del Vangelo è quella già ascoltata ieri, come penso tutti abbiamo riconosciuto. Tuttavia a questa parte già nota, è stata annessa anche la finale del capitolo, quella in cui Gesù spiega che “molte cose avrei ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. Frase molto umana di Gesù che ci spiega come Dio rivela di sé quello che l’uomo, ogni uomo, può comprendere. Si rimarrebbe schiacciati se Dio dovesse rivelare tutto il suo mistero. A ciascun anima è dato di capire quello che può “sopportare”. Il che ci indica due cose: da un lato che il cammino della fede, il cammino dell’anima, non si esaurirà mai, se non nella vita eterna; dall’altro che il cammino di ciascuno è proprio ed è differente da quello di ogni altra anima creata. Certo ogni cammino ha cosa comuni con il cammino di tutti, ma poi ogni anima ha il suo proprio modo di camminare con Dio ed è l’unico!
Corinzi
1Cor 2, 9-15a
Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Fratelli, sta scritto: Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, Dio le ha preparate per coloro che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito; lo Spirito infatti conosce bene ogni cosa, anche le profondità di Dio. Chi infatti conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li ha mai conosciuti se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato. Di queste cose noi parliamo, con parole non suggerite dalla sapienza umana, bensì insegnate dallo Spirito, esprimendo cose spirituali in termini spirituali. Ma l’uomo lasciato alle sue forze non comprende le cose dello Spirito di Dio: esse sono follia per lui e non è capace di intenderle, perché di esse si può giudicare per mezzo dello Spirito. L’uomo mosso dallo Spirito, invece, giudica ogni cosa.
Così possiamo capire bene anche questo brano della lettera ai Corinti, perché San Paolo ha ben compreso quanto il Signore ha detto e spiegato nel corso del suo ministero. Paolo ci diceva: “chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito che è in Lui? Così nemmeno i segreti di Dio li conosce se non lo Spirito. Ora noi abbiamo ricevuto lo Spirito di Dio per conoscere ciò che Dio ci ha donato”. Tutto ciò che noi conosciamo di Dio è perché Dio ci permette di conoscerlo, ciascuno nella sua propria misura, a seconda del cammino di fede, della maturazione personale, di tutto quello che è possibile fare a ciascuna anima.
Ancora: “l’uomo mosso dallo Spirito, giudica ogni cosa”. È questa la frase finale della lettura che dice tutto il senso di questa lunga preparazione alla Pentecoste. Noi tutti che ascoltiamo la Parola di Dio e ci siamo preparati anche a questa festa, possiamo chiedere l’assistenza del dono dello Spirito Santo per ogni cosa della nostra vita ed essere certi che lo Spirito che parla anche in noi, ci sosterrà nel cammino di fede preparato per ciascuno di noi.
Veni Sancte Spiritus!
Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché ciascuno di noi possa imparare che il suo cammino di fede è unico, irripetibile, permesso solo alla nostra anima; preghiamo perché ciascuno di noi possa essere sempre attento ai passi da muovere, corrispondendo a quella grazia di Dio che viene riversata su ciascuno di noi.
Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché impariamo a guardare alla nostra vita con quella discrezione, con quella benevolenza, con quella finezza con cui la guarda Cristo stesso.
Invochiamo la presenza di Dio su di noi e sulla nostra chiesa perché impariamo a rinnovare il dono dello Spirito Santo che deve condurre ciascuno di noi e tutta la nostra chiesa all’incontro con Dio Padre.
Veni Sancte Spiritus, Veni per Mariam!