Martirio di San Giovanni il Battista
I Santi fanno paura. Giovanni il Battista fa paura.
Isaia
Is 48, 22 – 49, 6
Lettura del profeta Isaia
In quei giorni, Isaia disse: «Non c’è pace per i malvagi. Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: “Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria”. Io ho risposto: “Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio”. Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: “È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra”».
Galati
Gal 4, 13-17
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati
Fratelli, sapete che durante una malattia del corpo vi annunciai il vangelo la prima volta; quella che, nella mia carne, era per voi una prova, non l’avete disprezzata né respinta, ma mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù. Dove sono dunque le vostre manifestazioni di gioia? Vi do testimonianza che, se fosse stato possibile, vi sareste cavati anche gli occhi per darli a me. Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità? Costoro sono premurosi verso di voi, ma non onestamente; vogliono invece tagliarvi fuori, perché vi interessiate di loro.
Vangelo
Mc 6, 17-29
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.
Sapendolo giusto e santo…
È questa la paura che emette Giovanni, che incute nel cuore di chi lo ha conosciuto, anche di Erode. Anche il tetrarca, pieno di vizi e lontano quanto mai da quell’orizzonte di fede che Giovanni predica, ha paura del profeta. Erode sa che la giustizia di Giovanni e la santità della sua vita sono una fonte di richiamo che incute paura. Anche Erode ne ha! Certamente ne ha parlato con i suoi consiglieri, con i suoi fidi, con la sua corte. Erode ha trasmesso ad altri la paura che Giovanni incute in lui perché i santi sono sempre un po’ così: gente che incute terrore in chi santo non è!
La paura della figlia di Erodiade
Questa paura doveva anche essere nella povera figlia di Erodiade. Sapeva bene che la sua presenza a corte era solo per il suo avvenente aspetto e per le danze con le quali sapeva far sognare i commensali del re e il re stesso. Sapeva bene che quello era l’unico motivo della sua presenza, non altro! Tanto che quando finisce la sua danza e le viene chiesto cosa vuole in cambio, anche di fronte al re che promette addirittura metà del suo regno, la fanciulla non sa cosa dire. Non sa cosa chiedere. È bloccata dalla paura di dire qualcosa di sbagliato. Del resto sapeva bene che fine facevano le donne alla corte di Erode quando sbagliavano qualcosa.
La paura del soldato
Non si dice niente di quel povero soldato o di quei poveri soldati che scesero nella prigione di Macheronte a prendere Giovanni. Non si dice niente ma credo che anche di loro si impadronì il terrore di mettere le mani su un santo. Del resto erano solo dei sottoposti, dovevano solo ubbidire, non era certo dato loro di pensare. Un’insubordinazione sarebbe costata loro la vita. Ma sono certo che scesero malvolentieri quelle scale. Sono certo che non seppero cosa dire a Giovanni, il quale doveva avere capito da solo quale sarebbe stata la sua fine e a quella fine si era preparato da tempo.
Erodiade
Non ha paura Erodiade. A lei non interessa niente della fede e, quindi, non ha nemmeno una morale a cui attenersi. A lei interessa solo che nessuno, a corte, le dia più della donna di malaffare, lei che ha sposato in seconde nozze il re solo per convenienza e tradendo il primo matrimonio. Lei che non ha nessun pensiero di Dio, lei che non crede certo nel giudizio di Dio, non si fa scrupolo a togliere la vita ad un uomo e comanda proprio questo, che venga tagliata la testa di Giovanni. Che valore ha la vita di un uomo che è in carcere? Che valore ha la vita di un pezzente che si è detto profeta e che ha passato tutta la vita a predicare? Nessun valore, è una vita che non conta niente, quindi perché non togliere di mezzo colui che dà così fastidio?
Giovanni
Non ha paura Giovanni, lui che aveva già capito che il tempo che aveva vissuto nell’ultima fase della sua esistenza era il tempo “per diminuire, mentre Lui doveva crescere”. Parole con le quali aveva apprezzato il ministero di Gesù, avendo capito, però che il suo tempo era finito, il suo ministero era finito, il suo compito era pure terminato. Lui non ha avuto paura di presentarsi davanti a quel Dio che aveva servito con amore, con fedeltà adamantina, con fortezza incrollabile. Non ha paura di Dio chi ha speso la vita per lui, nella ricerca continua della santità.
Per noi
- E noi? Abbiamo paura di Giovanni il Battista?
- Abbiamo paura della sua predicazione?
Perché le parole di Giovanni, in effetti, potrebbero fare paura anche a noi. Anche a noi che siamo in tutt’altro contesto storico, eppure siamo così lontani da quelle parole sante che incutevano paura ad Erode e agli altri. Anche noi potremmo avere paura non solo della santità di Giovanni, ma della santità di tutti i santi, percependoli un po’ come dei superuomini, un po’ come lontani, un po’ come giganti della fede, noi che siamo così piccoli e fragili.
Invece i santi sono qui a dirci di non avere paura di loro. I santi sono qui a dirci di non temere i loro richiami, ma di approfondirli con il cuore. Sono qui a dirci di non temere quel Dio che è perdono e misericordia e che chiede solamente piccoli frutti di conversione.
I santi non fanno paura a chi crede nella bontà di Dio, a chi non disprezza i suoi insegnamenti, a chi ogni giorno sceglie di servire il Signore.
Ecco perché credo che la santità di Giovanni non debba farci paura, ma solo debba spronare ciascuno di noi ad avere una vita più intensa, gioiosa, dedita alla santità.
Possa San Giovanni Battista aiutarci e intercedere per noi e non farci mai avere paura di un itinerario di santificazione magari impegnativo ma che conduce a Dio. Possa san Giovanni Battista essere sempre punto di riferimento imprescindibile per coloro che amano servire Dio e che sono immersi nel suo amore.
Maria, che dal cielo regni su tutti coloro che a te si consacrano, regna anche su di noi e attiraci a te, perché anche noi possiamo consacrare a te tutta la nostra vita e quel mondo che abitiamo, perché impariamo che, senza fede in Te, non è possibile lodare degnamente il tuo Figlio e Dio, il Padre di tutti.
E così sia.