Settimana della 5 domenica dopo il martirio – Martedì – Santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele
La festa dei Santi Arcangeli è molto bella, non solo dal punto di vista del ricordo che noi, ogni anno, tributiamo a Michele, Gabriele, Raffaele, ma anche dal punto di vista delle scritture che sono molto differenti e dense. Tra le varie scritture scelgo di leggere, come prima lettura, il profeta Daniele.
Daniele
Lettura del libro del profeta Daniele. Dn 9, 21-26
21mentre dunque parlavo e pregavo, Gabriele, che io avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me: era l’ora dell’offerta della sera.
22Egli, giunto presso di me, mi rivolse la parola e mi disse: «Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere. 23Fin dall’inizio delle tue suppliche è uscita una parola e io sono venuto per annunciartela, poiché tu sei un uomo prediletto. Ora sta’ attento alla parola e comprendi la visione:
24Settanta settimane sono fissate
per il tuo popolo e per la tua santa città
per mettere fine all’empietà,
mettere i sigilli ai peccati,
espiare l’iniquità,
stabilire una giustizia eterna,
suggellare visione e profezia
e ungere il Santo dei Santi.
25Sappi e intendi bene:
da quando uscì la parola
sul ritorno e la ricostruzione di Gerusalemme
fino a un principe consacrato,
vi saranno sette settimane.
Durante sessantadue settimane
saranno restaurati, riedificati piazze e fossati,
e ciò in tempi angosciosi.
26Dopo sessantadue settimane,
un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui.
Il popolo di un principe che verrà
distruggerà la città e il santuario;
la sua fine sarà un’inondazione
e guerra e desolazioni sono decretate fino all’ultimo.
Nel nostro immaginario c’è l’icona dell’Angelo che ha sempre buoni annunci, che è sempre vicino all’uomo creato, che è sempre pronto a raddrizzare, in qualche modo, la via degli uomini. Il libro del profeta Daniele rimette un po’ di ordine tra le cose ed ha il coraggio di dire che non deve andare sempre e tutto bene per forza. Ci possono anche essere tempi di conversione, che lasciano ben sperare, ma che, proprio a causa del mistero della iniquità che continua a dilagare sulla terra, si trasformano, poi, in tempi di subordinazione al mistero del male stesso e, quindi, alla ricerca non di ciò che è vero e, quindi, appaga la vita dell’uomo, ma di ciò che spinge lontano da Dio. È questo il contenuto della visione che è terribile specie nella sua finale: “la fine sarà un’inondazione e guerra e desolazione sono decretate fino all’ultimo”. Queste parole durissime lasciano percepire che c’è una tenacia nel male che molti uomini lasciano emergere. Questo essere tenacemente ancorati al mistero del male non può che produrre quel male immenso che è l’allontanamento di Dio. Il profeta Daniele ha il compito non di provocare ma quello di rivelare, cioè di togliere il velo che gli uomini si mettono per istruirli sulla verità di ciò che accadrà al suo popolo. Egli, che per rivelazione ha capito cosa accadrà nel futuro, deve far intendere al suo popolo ciò che avverrà, perché il popolo abbia a convertirsi e a dirigersi decisamente verso Dio. Il tutto avviene perché i Santi Arcangeli mostrano la via, consentono di vedere ciò che sarà inevitabile, vogliono introdurre la riflessione perché tutto il popolo creda e viva.
Per noi
Mi domando come reagiamo di fronte ad una parola di Dio così complessa. Mi domando come reagiamo quando non sentiamo la solita frase: “andrà tutto bene”! perché, è vero, le cose potrebbero anche non andare bene, potrebbero risultare devastanti per l’uomo, potrebbero mettere a repentaglio la sua vita, potrebbero renderla, per così dire, perfino un inferno!
Il compito dell’Arcangelo è questo: donare ad un uomo quella conoscenza approfondita di Dio, del suo mistero e della sua Parola che diventa, anche per altri, occasione per attingere la Luce quando questa si cela. L’intervento dell’Angelo è quindi di vero aiuto non perché risolva i problemi dell’uomo, ma perché porta a capire cosa accade nei giorni difficili dell’esistenza dell’uomo sulla terra. Può anche essere che vi siano tempi angosciosi. Può anche essere che vi siano tempi calamitosi. Può anche essere che ci sia qualcosa che rende triste la vita dell’uomo sulla terra. Gli angeli di Dio, tuttavia, non riducono mai la loro presenza nel mondo del creato, ma aiutano l’uomo a percorrere quel tratto del cammino di vita che ancora rimane dinnanzi a loro. La loro figura è, quindi, quella sì di tutela e di aiuto, ma ancor più quella di essere vicini alle sventure dell’uomo.
Del resto la sacra scrittura ce lo dice bene. Pensiamo alla storia di Tobia, altra possibile lettura di questo giorno, pensiamo alla presenza degli Arcangeli nelle vite di Maria, di Giuseppe, di Zaccaria. Tutte cose liete, quelle di cui egli parlava, ma comprendeva ben anche la reticenza degli uomini, il difetto della loro fede, l’ostacolo del confronto con le cose della vita..
Gli arcangeli intervengono quando ci sembra di soccombere, di non avere via di uscita, quando rischiamo di perdere tutto, quando ci sembra di morire. Invochiamoli per un consiglio, per una richiesta di fortificazione, per un momento di difficoltà.
Gabriele, Michele, Raffaele, ci aiuteranno quando la fede vacilla, quando il male sembra trionfare, quando la salute ci abbandona. Michele, Gabriele e Raffaele, pregate per noi!