Santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele
Per introdurci
Normalmente questa festa è una festa di gioia, nella quale si ricordano i grandi compiti dei santi Arcangeli: portare i grandi messaggi di Dio – Gabriele -; essere medicina di Dio, cura di Dio – Raffaele-; essere potenza di Dio per essere come Dio – Michele -. Le Scritture ci parlano però anche di altro, non solo di questi momenti intensi della storia della salvezza. Ci parlano anche di momenti di maggior tensione che ci invitano a riflettere, come è nel caso della scrittura di Daniele.
Apocalisse
Ap 11, 19 – 12, 12
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
Nel giorno del Signore, si aprì il tempio di Dio che è nel cielo e apparve nel tempio l’arca della sua alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. Un segno grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle. Era incinta, e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e suo figlio fu rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, dove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni. Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalse e non vi fu più posto per loro in cielo. E il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana, e che seduce tutta la terra abitata, fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli. Allora udii una voce potente nel cielo che diceva: «Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto grazie al sangue dell’Agnello e alla parola della loro testimonianza, e non hanno amato la loro vita, fino alla morte. Esultate, dunque, o cieli e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è disceso sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».
Colossesi
Col 1, 13-20
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi
Fratelli, Dio Padre ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore, per mezzo del quale abbiamo la redenzione, il perdono dei peccati. Egli è immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in lui furono create tutte le cose nei cieli e sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose. È piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli.
Vangelo
Lc 1, 8-20. 26-33
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l’usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l’offerta dell’incenso. Fuori, tutta l’assemblea del popolo stava pregando nell’ora dell’incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell’altare dell’incenso. Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore. Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d’Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccaria disse all’angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Daniele
“Mentre parlavo e pregavo, Gabriele, che avevo visto prima in visione, volò veloce verso di me”. L’inizio del brano è non solo una cronaca, non solo un fatto accaduto al profeta. Piuttosto Daniele ci parla di quello che accade quando ci mettiamo in preghiera. L’attestato della nostra preghiera è portato davanti a Dio dagli angeli. Ci sono molte altre pagine della Scrittura che ce lo attestano. Ci sono molte altre pagine della Parola di Dio che ci ricordano che gli Angeli hanno questo compito: portare l’attestato della nostra preghiera davanti a Colui che tutto può. Questa dovrebbe essere anche la nostra consapevolezza di ogni volta che ci mettiamo a pregare. Anche ora, in questo momento, noi sappiamo che gli angeli sono qui con noi e sono proprio essi a portare l’attestato di questa nostra preghiera davanti a Dio. Sono essi a presentare anche il sacrificio di Cristo che stiamo offrendo su questo altare a Dio, perché la nostra preghiera, sempre povera, sia a Lui gradita.
“Daniele, sono venuto per istruirti e farti comprendere”. Il compito degli Angeli non è solo quello della mediazione. Gli Angeli hanno anche il compito di istruirci e di farci comprendere. Così, in tutte le pagine della storia della salvezza, quando appaiono gli angeli, è in corso un’istruzione di anime, un’illuminazione di uomini e di coscienze. Anche per noi vale la stessa cosa. Certo, non nella forma appariscente di cui leggiamo. Ma i nostri angeli, specie l’angelo custode che festeggeremo sabato, ci aiutano a comprendere le situazioni. Gli angeli, invocati nei momenti chiave della nostra esistenza, ci istruiscono e ci illuminano. Sempre dovremmo invocarli quando abbiamo bisogno di illuminazione e di istruzione.
“Tu sei un uomo prediletto”. Ovviamente il riferimento è alla vita e all’opera di Daniele, profeta che ha rivelato cose terribili e terrificanti per il popolo di Dio. Il profeta, infatti, ha avuto, come vocazione, questo compito difficile, impervio, complesso, per il bene di tutti i credenti, non solo per il popolo di Dio ma anche per noi, che rileggiamo e meditiamo le sue profezie. Qualcosa del genere è anche vero per ciascuno di noi. La fede di ciascuno rischiara anche il cammino degli altri. La fede di ciascuno è anche per il bene di tutti. Non sarà un’illuminazione eccelsa, come quella di Daniele, che rimane nel corso dei secoli e nella storia, ma sarà piccola luce per qualcuno.
La rivelazione del profeta circa il compito e il mistero degli Angeli non ci lascia delusi. Anche noi siamo oggetto della cura che Dio esprime al suo popolo attraverso gli angeli.
Vangelo
Il Vangelo ci ricorda una verità del tutto particolare: la presenza degli Angeli nella vita di Cristo Signore. È soprattutto nel contesto della passione che gli Angeli sono invocati anche dallo stesso Signore Gesù. Essi sono presenti nell’ora dell’agonia, nell’ora della crocifissione. Essi sono presenti sempre, continuano, metaforicamente, a salire e scendere la scala tra il cielo e la terra e portano a compimento quell’opera di redenzione che conduce tutti alla salvezza.
Per noi
In questi ultimi anni si sta quasi riducendo il compito degli angeli a qualcosa di umano. Spesso diciamo agli altri: “sei un angelo” e non sono mancate serie televisive che hanno indotto a pensare che gli angeli siano gli uomini quando fanno cose buone. Peggio ancora chi ha ridotto gli angeli a protagonisti delle favole per i bambini, quasi che la presenza degli angeli fosse una cosa da infanti. Se vogliamo comprendere il segreto di questa festa solenne per gli angeli custodi, abbiamo davvero bisogno di fermarci a pensare e a riflettere: gli Angeli sono presenti quando preghiamo ma non solo; sono presenti quando ci istruiscono; sono presenti per dirci che la nostra fede ci rende “prediletti”. Non nel senso di qualche astrusa rivelazione provata, ma nel senso che Dio si fida di noi per portare la fede nel nostro mondo. Potremmo dire, continuando la riflessione dei giorni scorsi, che come ci sono uomini senza Dio, che pretendono di vivere senza i valori della fede, così ci devono essere, nel mondo, uomini e donne animati dallo Spirito Santo, che ci aiutano a vivere bene il nostro compito di fede.
Questa è la grande preghiera che possiamo fare ancora mentre siamo all’inizio del nostro anno pastorale.
Preghiamo i santi Arcangeli perché ci aiutino a mostrare la nostra fede nella famiglia, nella visione di famiglia che siamo chiamati a far risplendere nel mondo. Piccole luci, le nostre. Eppure tante piccole luci potranno essere una sola e vera grande luce.
Preghiamo i santi Arcangeli perché possiamo essere anche noi uomini e donne che sanno essere chiesa gioiosa, aperta, pronti a donare speranza, come il nostro Arcivescovo ci aiuta a comprendere con il suo ministero ma anche ci chiede.
I santi Arcangeli, che presentano la nostra preghiera e ci istruiscono, ci guidino ad essere questa presenza di luce nel mondo e nella Chiesa di oggi.