Venerdì 29 ottobre

Settimana della 1 domenica dopo la dedicazione – Venerdì

Vangelo

Mt 10, 40-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

C’è un comportamento dell’uomo che diviene segno e profezia nel tempo. C’è un comportamento dell’uomo che diventa benedizione: l’accoglienza. Chiunque accolga un altro per qualsiasi cosa, attira benedizione, perché l’accoglienza è l’atteggiamento di Dio, che non respinge mai nessuno da sé. Chi pratica l’accoglienza diventa simile a Dio. Non importa se uno accoglie per una confidenza, per uno sfogo, per un ascolto o per qualcosa di molto più grande. L’importante è che uno accolga l’altro nel nome del Signore. L’importante è che uno accolga l’altro come un fratello. L’importante è che il cuore di ciascuno sia pronto all’accoglienza nel nome di Cristo, perché questo è ciò che rasserena il cuore degli uomini. Basta anche poco. Basta “dare un bicchiere d’acqua” nel nome di Cristo, per avere una ricompensa nei cieli. Con questo esempio il Signore Gesù ha voluto dirci quanto è facile praticare quello spirito di accoglienza che, invece, a volte ci lascia dubbiosi, pigri, lenti nell’agire…

È lo spirito di accoglienza che ci immette in una dimensione nuova in cui si vedono le cose da un altro punto di vista: quello della fraternità. È da questo particolare punto di vista che si ha l’angolatura giusta per vedere bene tutta l’umanità, la storia, il mondo.

Apocalisse

Ap 8, 1-6
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo

In quel giorno. Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio nel cielo per circa mezz’ora. E vidi i sette angeli che stanno davanti a Dio, e a loro furono date sette trombe. Poi venne un altro angelo e si fermò presso l’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi, perché li offrisse, insieme alle preghiere di tutti i santi, sull’altare d’oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme alle preghiere dei santi. Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono tuoni, voci, fulmini e scosse di terremoto. I sette angeli, che avevano le sette trombe, si accinsero a suonarle.

Chi sono i santi le cui preghiere sono sempre accolte da Dio? Poiché le storie dei santi sono così diverse, qual è il loro comune denominatore, quello grazie al quale sappiamo che ogni preghiera presentata dalla loro intercessione, è gradita a Dio? L’accoglienza, appunto!

I santi sono coloro che hanno accolto il mistero di Dio nella loro vita e hanno cercato di conformare la loro esistenza a quella di Cristo.

I santi sono coloro che hanno accolto gli uomini e che hanno praticato una carità viva, verace, proprio perché sorretti dall’amore di Dio.

I santi sono coloro che hanno accolto la propria vocazione come via di perfezione: tra questi, poi, ci sono i martiri che hanno accolto anche la loro morte violenta come modo per rendere testimonianza al Padre. Il loro esempio non è stato isolato: essi sono stati imitati. La loro benedizione non rimane confinata da qualche parte: essa torna sugli uomini che si affidano alla loro preghiera e traggono esempio dal loro comportamento. Così deve essere chi vuole assomigliare a loro.

Per noi

  • Quale forma di accoglienza pratichiamo?
  • Verso quale imitazione dei santi stiamo camminando?

Credo che anche noi, se vogliamo essere tra coloro che vogliono vivere come i santi, abbiamo bisogno di praticare quell’accoglienza umile, mite, discreta di cui ci ha parlato il Vangelo. Oggi potrebbe essere proprio il giorno buono per accogliere qualcuno per un ascolto; oppure accogliere nel nome di Cristo per riservare un favore a chi lo chiede, oppure un giorno propizio per qualche forma di accoglienza decisamente più significativa del solito. Lasciamo che sia il Signore ad illuminarci, perché possiamo essere tutti uomini e donne che sanno lasciarsi attrarre da Dio nei molti modi con i quali egli ci propone la sua sequela.

  • Che cosa dice la mia storia, fino ad ora?
  • Quanto la mia storia è una storia di accoglienza?

Chiediamo al Signore di illuminarci, perché anche questo giorno sia un giorno di accoglienza reciproca, perché ciascuno metta a frutto i talenti che Dio gli ha concesso di avere.

2021-10-22T11:23:06+02:00