Giovedì 30 marzo

Settimana della 5 domenica di quaresima – giovedì 

La spiritualità di questo giorno di quaresima

Incapacità delle guardie di arrestare Gesù.

La Parola di questo giorno

GENESI 49, 29 – 50, 13
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Giacobbe diede quest’ordine ai suoi figli: «Io sto per essere riunito ai miei antenati: seppellitemi presso i miei padri nella caverna che è nel campo di Efron l’Ittita, nella caverna che si trova nel campo di Macpela di fronte a Mamre, nella terra di Canaan, quella che Abramo acquistò con il campo di Efron l’Ittita come proprietà sepolcrale. Là seppellirono Abramo e Sara sua moglie, là seppellirono Isacco e Rebecca sua moglie e là seppellii Lia. La proprietà del campo e della caverna che si trova in esso è stata acquistata dagli Ittiti». Quando Giacobbe ebbe finito di dare quest’ordine ai figli, ritrasse i piedi nel letto e spirò, e fu riunito ai suoi antenati. Allora Giuseppe si gettò sul volto di suo padre, pianse su di lui e lo baciò. Quindi Giuseppe ordinò ai medici al suo servizio di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per l’imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni. Passati i giorni del lutto, Giuseppe parlò alla casa del faraone: «Se ho trovato grazia ai vostri occhi, vogliate riferire agli orecchi del faraone queste parole. Mio padre mi ha fatto fare un giuramento, dicendomi: “Ecco, io sto per morire: tu devi seppellirmi nel sepolcro che mi sono scavato nella terra di Canaan”. Ora, possa io andare a seppellire mio padre e poi tornare». Il faraone rispose: «Va’ e seppellisci tuo padre, come egli ti ha fatto giurare». Giuseppe andò a seppellire suo padre e con lui andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani della terra d’Egitto, tutta la casa di Giuseppe, i suoi fratelli e la casa di suo padre. Lasciarono nella regione di Gosen soltanto i loro bambini, le loro greggi e i loro armenti. Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. Quando arrivarono all’aia di Atad, che è al di là del Giordano, fecero un lamento molto grande e solenne, e Giuseppe celebrò per suo padre un lutto di sette giorni. I Cananei che abitavano la terra videro il lutto all’aia di Atad e dissero: «È un lutto grave questo per gli Egiziani». Per questo la si chiamò Abel-Misràim; essa si trova al di là del Giordano. I figli di Giacobbe fecero per lui così come aveva loro comandato. I suoi figli lo portarono nella terra di Canaan e lo seppellirono nella caverna del campo di Macpela, quel campo che Abramo aveva acquistato, come proprietà sepolcrale, da Efron l’Ittita, e che si trova di fronte a Mamre.

SALMO Sal 118 (119), 145-152

Risplenda su noi, Signore, la luce del tuo volto.

Invoco con tutto il cuore: Signore, rispondimi;
custodirò i tuoi decreti.
Io t’invoco: salvami
e osserverò i tuoi insegnamenti. R

Precedo l’aurora e grido aiuto,
spero nelle tue parole.
I miei occhi precedono il mattino,
per meditare sulla tua promessa. R

Ascolta la mia voce, secondo il tuo amore;
Signore, fammi vivere secondo il tuo giudizio.
Si avvicinano quelli che seguono il male:
sono lontani dalla tua legge. R

Tu, Signore, sei vicino;
tutti i tuoi comandi sono verità.
Da tempo lo so: i tuoi insegnamenti
li hai stabiliti per sempre. R

PROVERBI 31, 1-9
Lettura del libro dei Proverbi

Parole di Lemuèl, re di Massa, che apprese da sua madre. Che mai, figlio mio! Che mai, figlio del mio grembo! Che mai, figlio dei miei voti! Non concedere alle donne il tuo vigore, né i tuoi fianchi a quelle che corrompono i re. Non conviene ai re, Lemuèl, non conviene ai re bere il vino, né ai prìncipi desiderare bevande inebrianti, per paura che, bevendo, dimentichino ciò che hanno decretato e tradiscano il diritto di tutti gli infelici. Date bevande inebrianti a chi si sente venir meno e il vino a chi ha l’amarezza nel cuore: beva e dimentichi la sua povertà e non si ricordi più delle sue pene. Apri la bocca in favore del muto, in difesa di tutti gli sventurati. Apri la bocca e giudica con equità, rendi giustizia all’infelice e al povero.

VANGELO Gv 7, 43-53
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo. Tra la gente nacque un dissenso riguardo al Signore Gesù. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così! ». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua.

Vangelo

Il contenuto del Vangelo di oggi è davvero molto strano. Abbiamo un fatto inaudito che viene registrato e cioè che alcune guardie non sono capaci di arrestare Gesù. La guardia, normalmente, deve eseguire gli ordini. Se l’ordine è quello di un arresto la guardia deve prontamente eseguire. Da che mondo è mondo è la forza di polizia che arresta su ordine di qualcuno che, in teoria, dovrebbe avere la competenza di farlo. La guardia non deve guardare ai propri sentimenti, alla propria conoscenza del soggetto o ad altro ancora. Di fronte ad un ordine di arresto, la guardia deve eseguire. Perché queste guardie non eseguono?

La risposta viene proprio dal Vangelo. All’interrogatorio che questi uomini subiscono essi rispondono: “Mai un uomo ha parlato così!”. Segno che queste guardie hanno ascoltato qualcosa della predicazione del Signore, hanno inteso qualche contenuto. Magari, essendo andate per l’arresto, hanno assistito a una sua predicazione. Forse imboccati anche da altri, hanno percepito qualcosa di quello che il Signore va insegnando. Pur essendo uomini rozzi – normalmente era così nell’esercito – questi uomini hanno una coscienza e l’ascoltano. Sanno che non è possibile arrestare uno che parla in questo modo. Sanno che non sarebbe giusto. Rischiano moltissimo non eseguendo l’ordine e, tuttavia, non vogliono andare contro il loro sentire, contro la loro coscienza. Per altro sappiamo anche che nel contesto della passione accadde qualcosa del genere. Le guardie, di fronte al Signore che dichiara la sua identità, indietreggiano, non sanno rimanere in piedi, si confrontano con una forza che mette timore.

Al di là delle differenze che ci sono tra i due brani e concentrandoci solo su quello di oggi, tutti veniamo edificati da questi uomini che lasciano parlare la loro coscienza. Non è dato di sapere se fossero credenti. Non è dato di sapere che tipo di uomini fossero. Ci basta però sapere che, pur dovendo obbedire, non vivono un’obbedienza cieca, ma sanno ascoltare la voce della coscienza che parla nel profondo del loro cuore. Sono uomini che sanno adeguare la loro vita a quello che sentono dentro di loro. Sono uomini che vivono una forma di rispetto tutta loro, e tuttavia reale.

C’è davvero grande differenza con coloro che li interrogano, i quali asseriscono: “La gente che non conosce la legge è maledetta!”. Costoro si ritengono superiori per la loro formazione, per la loro conoscenza, per la loro carica. Eppure è esattamente il contrario! Tutti costoro non solo non sono superiori, ma, addirittura, con i loro giudizi fanno percepire la malizia del loro cuore. Chiusi a qualsiasi fonte di rivelazione procedono per compartimenti stagni e per giudizi precostituiti, senza accedere a quella rivelazione di misericordia che Gesù porta a ciascuno. Almeno a tutti coloro che, nel segreto della propria coscienza, lo accolgono.

Il nostro cammino di fede

Il tema della coscienza è uno dei temi più difficili del cristianesimo. Cos’è la coscienza? Come lavora la coscienza? Come si forma la coscienza? La coscienza è quel “santuario interiore” nel quale Dio si rivela. È un insieme di propositi, di ispirazioni, di sensazioni ma anche di verità depositate nel cuore che formano quel criterio di giudizio che sovraintende le nostre azioni o che ci permette di rileggerle. La coscienza è il luogo dei principi primi, quei principi che possono essere dentro di noi per natura oppure perché ci siamo formati una scala di valori dai quali facciamo poi dipendere la nostra vita. La formazione della coscienza è una questione non solo umana, ma anche di fede. La coscienza credente è la coscienza che si è lasciata ispirare dai valori della fede, è la coscienza che conserva i valori del credo, è la coscienza che sa bene attingere dal patrimonio della Scrittura tutto ciò che è necessario per vivere bene il proprio rapporto con Dio.

Anche noi siamo chiamati ad ascoltare la voce della coscienza, ma la ascoltiamo? Anche noi siamo chiamati a fare come questi soldati che sanno anteporre all’obbedienza tacita, l’incessante lavorio della coscienza. Quanti sono, lungo la storia, gli esempi di uomini e di donne che, per seguire la propria coscienza, per non perdere i propri ideali, hanno rinunciato alla vita? Innumerevoli. Nei tempi antichi e nei tempi moderni. La coscienza, quando è ben formata, è davvero un “santuario interiore”, un luogo in cui Dio parla, un’intimità con Dio nella quale ci si trova bene. Sul finire del tempo della Quaresima ecco la raccomandazione spirituale. Impariamo a formare la coscienza! Impariamo a tenere vivi i valori che abbiamo depositato in essa! Il nostro stile di vita cambierà e sarà sempre più credibile!

Intenzioni di preghiera

Preghiamo per noi, perché sempre impariamo a formare la coscienza e ad essere attenti ai valori che depositiamo in essa.

Preghiamo soprattutto per i più giovani, spesso così lontani dall’avere cura e attenzione per la formazione della coscienza. Preghiamo perché siamo loro di esempio, perché imparino, anche grazie alla nostra testimonianza, a non rinnegare mai i valori della coscienza depositati nel profondo di ciascuno di loro.

Preghiamo per i formatori, perché attenti ai valori della coscienza, siano maestri esemplari per integrità di vita.

2023-03-29T22:36:49+02:00