Sabato 30 marzo

Veglia Pasquale

Introduzione

Vorrei ancora, in questa veglia santa e solenne, sostare sulla linea guida che ci ha aiutato a pregare in queste sere del Sacro Triduo  e vorrei ancora insistere sui preparativi della Pasqua, sul comportamento dei discepoli dei preparativi che, come abbiamo detto, comprendono anche le donne, ben oltre la categoria del discepolato e in un serio principio di verità.

La Parola di questo giorno

I LETTURA Gn 1,1-2,3a
Lettura del libro della Genesi

In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu. Dio vide che la luce era cosa buona e Dio separò la luce dalle tenebre. Dio chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno primo.
Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque». Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Dio disse: «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. Dio chiamò l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto, che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: terzo giorno.
Dio disse: «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. E Dio fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle. Dio le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra e per governare il giorno e la notte e per separare la luce dalle tenebre. Dio vide che era cosa buona. E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Dio disse: «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». Dio creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. Dio li benedisse: «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Dio disse: «La terra produca esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici, secondo la loro specie». E così avvenne. Dio fece gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona.
Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». / E Dio creò l’uomo a sua immagine; / a immagine di Dio lo creò: / maschio e femmina li creò. / Dio li benedisse e Dio disse loro: / «Siate fecondi e moltiplicatevi, / riempite la terra e soggiogatela, / dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra».
Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno.
Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. Dio, nel settimo giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò.

SALMELLO Cfr. Sal 88,12.2
Tuoi sono i cieli, Signore, tua è la terra,
tu hai fondato il mondo e quanto contiene.
V. Canterò senza fine le tue grazie,
con la mia bocca annunzierò
la tua fedeltà nei secoli.
Tu hai fondato il mondo e quanto contiene.

II LETTURA Gn 22,1-19
Lettura del libro della Genesi

In quei giorni. Dio mise alla prova Abramo e gli disse: «Abramo!». Rispose: «Eccomi!». Riprese: «Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò».
Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno Abramo alzò gli occhi e da lontano vide quel luogo. Allora Abramo disse ai suoi servi: «Fermatevi qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin lassù, ci prostreremo e poi ritorneremo da voi». Abramo prese la legna dell’olocausto e la caricò sul figlio Isacco, prese in mano il fuoco e il coltello, poi proseguirono tutti e due insieme. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: «Padre mio!». Rispose: «Eccomi, figlio mio». Riprese: «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso si provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio!». Proseguirono tutti e due insieme.
Così arrivarono al luogo che Dio gli aveva indicato; qui Abramo costruì l’altare, collocò la legna, legò suo figlio Isacco e lo depose sull’altare, sopra la legna. Poi Abramo stese la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: «Abramo, Abramo!». Rispose: «Eccomi!». L’angelo disse: «Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli niente! Ora so che tu temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio, il tuo unigenito». Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete, impigliato con le corna in un cespuglio. Abramo andò a prendere l’ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio. Abramo chiamò quel luogo «Il Signore vede»; perciò oggi si dice: «Sul monte il Signore si fa vedere».
L’angelo del Signore chiamò dal cielo Abramo per la seconda volta e disse: «Giuro per me stesso, oracolo del Signore: perché tu hai fatto questo e non hai risparmiato tuo figlio, il tuo unigenito, io ti colmerò di benedizioni e renderò molto numerosa la tua discendenza, come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare; la tua discendenza si impadronirà delle città dei nemici. Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce».
Abramo tornò dai suoi servi; insieme si misero in cammino verso Bersabea e Abramo abitò a Bersabea.

SALMELLO Cfr. Sal 49,14.1
Offri a Dio un sacrificio di lode e
sciogli all’Altissimo i tuoi voti.
V. Parla il Signore, Dio degli dèi,
convoca la terra; e tu
sciogli all’altissimo i tuoi voti.

III LETTURA Es 12,1-11
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco, con la testa, le zampe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che al mattino sarà avanzato, lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore!”».

CANTICO Cfr. Dn 3,52.54.57.77.85
Benedetto sei tu, Signore, Dio dei padri nostri,
degno di lode e di gloria nei secoli.
R. Amen.
Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
degno di lode e di gloria nei secoli.
R. Amen.
Benedetto sei tu sul trono del tuo regno,
degno di lode e di gloria nei secoli.
R. Amen.
Benedite, opere tutte del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
R. Amen.
Benedite, sorgenti, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
R. Amen.
Benedite, servi del Signore, il Signore,
lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
R. Amen.
Benediciamo il Padre, e il Figlio, e lo Spirito Santo,
lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.
R. Amen.

IV LETTURA Es 13,18b-14,8
Lettura del libro dell’Esodo

In quei giorni. Gli Israeliti, armati, uscirono dalla terra d’Egitto. Mosè prese con sé le ossa di Giuseppe, perché questi aveva fatto prestare un solenne giuramento agli Israeliti, dicendo: «Dio, certo, verrà a visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa». Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco, per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
Il Signore disse a Mosè: «Comanda agli Israeliti che tornino indietro e si accampino davanti a Pi-Achiròt, tra Migdol e il mare, davanti a Baal-Sefòn; di fronte a quel luogo vi accamperete presso il mare. Il faraone penserà degli Israeliti: “Vanno errando nella regione; il deserto li ha bloccati!”. Io renderò ostinato il cuore del faraone, ed egli li inseguirà; io dimostrerò la mia gloria contro il faraone e tutto il suo esercito, così gli Egiziani sapranno che io sono il Signore!». Ed essi fecero così.
Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: «Che cosa abbiamo fatto, lasciando che Israele si sottraesse al nostro servizio?». Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. Prese seicento carri scelti e tutti i carri d’Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re d’Egitto, il quale inseguì gli Israeliti mentre gli Israeliti uscivano a mano alzata.

CANTICO DI MOSE’ Es 15,1-3.18.19c-21
Allora Mosè e gli Israeliti
cantarono questo canto al Signore e dissero:
“Voglio cantare al Signore,
perchè ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
Mia forza e mio canto è il Signore
egli è stato la mia salvezza.
E’ il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre:  lo voglio esaltare!
Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
Il Signore regni
in eterno e per sempre!”.
Gli Israeliti avevano camminato sull’asciutto in mezzo
al mare. Allora Maria, la profetessa, sorella di Aronne,
prese in mano un tamburello: dietro a lei uscirono le donne con i tamburelli e con danze. Maria intonò per loro il ritornello:
“Cantate al Signore,
perchè ha mirabilmente trionfato”.

V LETTURA Is 54,17c – 55,11
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: / «Questa è la sorte dei servi del Signore, / quanto spetta a loro da parte mia. / Oracolo del Signore. / O voi tutti assetati, venite all’acqua, / voi che non avete denaro, venite, / comprate e mangiate; venite, comprate / senza denaro, senza pagare, vino e latte. / Perché spendete denaro per ciò che non è pane, / il vostro guadagno per ciò che non sazia? / Su, ascoltatemi e mangerete cose buone / e gusterete cibi succulenti. / Porgete l’orecchio e venite a me, / ascoltate e vivrete. / Io stabilirò per voi un’alleanza eterna, / i favori assicurati a Davide. / Ecco, l’ho costituito testimone fra i popoli, / principe e sovrano sulle nazioni. / Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; / accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano / a causa del Signore, tuo Dio, / del Santo d’Israele, che ti onora. / Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino. / L’empio abbandoni la sua via / e l’uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona. / Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, / le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore. / Quanto il cielo sovrasta la terra, / tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, / i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri. / Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo / e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, / senza averla fecondata e fatta germogliare, / perché dia il seme a chi semina / e il pane a chi mangia, / così sarà della mia parola uscita dalla mia bocca: / non ritornerà a me senza effetto, / senza aver operato ciò che desidero / e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata».

SALMELLO Cfr. Sal 71, 18-19a.1.6
Benedetto il Signore, Dio di Israele:
Egli solo compie prodigi.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre.
V. Dio, da’ al re il tuo giudizio,
al figlio del re la tua giustizia;
egli scenderà come pioggia sull’erba,
come acqua che irrora la terra.
E benedetto il suo nome glorioso per sempre.

VI LETTURA  Is 1,16-19
Lettura del profeta Isaia

Così dice il Signore Dio: / «Lavatevi, purificatevi, / allontanate dai miei occhi il male delle vostre azioni. / Cessate di fare il male, / imparate a fare il bene, / cercate la giustizia, / soccorrete l’oppresso, / rendete giustizia all’orfano, / difendete la causa della vedova. / Su, venite e discutiamo / – dice il Signore –. / Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, / diventeranno bianchi come neve. / Se fossero rossi come porpora, / diventeranno come lana. / Se sarete docili e ascolterete, / mangerete i frutti della terra».

CANTO Sal 41,2
Come la cerva anela ai corsi d’acqua
così l’anima mia a te, Signore!

ANNUNCIO DELLA RISURREZIONE
Cristo Signore è risorto
R. Rendiamo grazie a Dio

LETTURA At 2,22-28
Lettura degli Atti degli Apostoli

In quei giorni. Pietro parlò al popolo e disse: «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nàzaret – uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso fece tra voi per opera sua, come voi sapete bene –, consegnato a voi secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, voi, per mano di pagani, l’avete crocifisso e l’avete ucciso. Ora Dio lo ha risuscitato, liberandolo dai dolori della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere. Dice infatti Davide a suo riguardo: / “Contemplavo sempre il Signore innanzi a me; / egli sta alla mia destra, perché io non vacilli. / Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua, / e anche la mia carne riposerà nella speranza, / perché tu non abbandonerai la mia vita negli inferi / né permetterai che il tuo Santo subisca la corruzione. / Mi hai fatto conoscere le vie della vita, / mi colmerai di gioia con la tua presenza”».

SALMO 
Sal 117

Venite al Signore con canti di gioia.
oppure
Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono,
perché il suo amore è per sempre.
Dica Israele:
«Il suo amore è per sempre».

La destra del Signore si è innalzata,
la destra del Signore ha fatto prodezze.
Non morirò, ma resterò in vita
e annuncerò le opere del Signore.

La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore:
una meraviglia ai nostri occhi.

EPISTOLA Rm 1,1-7
Lettera di san Paolo apostolo ai Romani

Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio – che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture e che riguarda il Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore; per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l’obbedienza della fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo –, a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!

VANGELO Mt 28,1-7
Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto».

Le discepole dei preparativi

Potremmo proprio chiamarle così: “le discepole” dei preparativi. Non è un termine biblico, non è un termine della tradizione della fede, eppure possiamo dire che quelle donne sante e benedette furono davvero come delle discepole. Donne che avevano ascoltato la predicazione del Signore, donne che avevano creduto in essa, donne che si erano disposte a lasciarsi cambiare il cuore proprio dal Signore. Ed eccole ora all’opera.

Le pie discepole dei preparativi sono solerti: non è ancora sorto il sole ed eccole già in movimento, eccole già in moto per raggiungere quel luogo appena fuori dalla città nel quale è stato deposto il Signore: c’è trambusto in città, ci sono moltissimi pellegrini, ci sono moltissime guardie. Per loro tutto questo non conta, conta solo arrivare al sepolcro, conta solo portare a termine l’unzione interrotta, come abbiamo detto, la sera del venerdì. Conta solo l’amore. Ed è l’amore che fa muovere le discepole dei preparativi.

Le discepole dei preparativi non rimangono bloccate dai ragionamenti. Sanno bene ciò che troveranno. Una tomba chiusa, una tomba sigillata. Lo sanno benissimo di non avere le forze per aprire quel sepolcro. Eppure, non si preoccupano, qualcuno troveranno, il Signore aiuterà in qualche modo. Non stanno lì a tavolino, non si mettono a fare dei piani. Vivono! Vivono con fede. La loro fede è tutta fatta di attenzioni femminili, è tutta fatta di gesti squisitamente femminili. Vanno e si affidano al Signore.

Le discepole dei preparativi non vanno a mani vuote. Olio. Olio profumato. Quello che hanno, quello che sono riuscite a preparare o che avevano conservato per loro. Non importa per che cosa. Adesso serve. Ora è il momento della generosità, della condivisione, dell’aiuto. Vogliono fare qualcosa per Gesù. Vogliono, in qualche modo, consolare anche Maria. Non è gran che, ma poter dire che hanno messo olio sul corpo del figlio vorrebbe essere, in qualche modo, un modo per mettere olio sul cuore di Maria, mettere balsamo nelle ferite di Maria, mettere un lenitivo nella sua anima lacerata. Ecco perché portano con sé tutto quello che hanno.

Le discepole dei preparativi sono donne pratiche perché sono donne di fede. Sono donne che agiscono perché sono donne che amano e che hanno creduto già. Il loro cuore è già con il Signore. non solo umanamente, non solo per amicizia, stima, affetto, ammirazione. Il loro cuore crede nel profondo. È per questo che le discepole dei preparativi vanno al sepolcro.

I preparativi di Dio

È proprio al sepolcro che queste donne scoprono di non essere state le sole a fare dei preparativi. Il sepolcro è già aperto. Quella pietra che uomini forzuti avrebbero faticato a rimuovere è già tolta, si vede l’interno della tomba. È il terremoto che l’ha spostata? È stato qualche uomo? Non c’è nemmeno il tempo di realizzare la domanda quando ecco un altro preparativo di Dio: una figura, un uomo di luce, è seduto sulla pietra della tomba mentre i vivi che dovevano vigilarla giacciono a terra come morti. È questo angelo della tomba che indica alle donne la verità: “So che cercate il Signore! non è qui! È risorto come aveva detto! Guardate il luogo dove era stato deposto.” Ecco i preparativi di Dio, come sempre unici, incomprensibili, mirabili. Quello che sembrava essere un ostacolo è rimosso, quella che sembrava essere la fine di tutto ha lasciato spazio a qualcosa di nuovo e inaudito.

I preparativi nuovi

Ecco, allora, nuovi preparativi, nuovi passi da fare. Anzitutto di ritorno a Gerusalemme. Devono dire, devono annunciare, devono descrivere, devono coinvolgere. Ma il loro coinvolgimento non sarà solo di cronaca, non sarà solo di curiosità, esso deve risvegliare la fede. I preparativi delle donne, rimessi a nuovo, dovranno svegliare la fede di chi è nel dubbio, di chi si è lasciato mettere una pietra sul cuore nel giorno della passione, di chi è rimasto ancorato alle cose di prima ed è nel cenacolo freddo, immobile, abbattuto, solo. I preparativi nuovi dovranno spingere nella direzione della memoria. La memoria delle parole, la memoria dei gesti del Signore, la memoria di ciò che era stato e che, adesso, andava riscoperto in forma nuova.

Il discepolo dei preparativi nuovi

Così che anche il discepolo torni a fare preparativi. Preparativi nuovi. I preparativi di chi deve partire, di chi deve lasciare la città, ma non per paura. I preparativi nuovi dovranno riportare il discepolo sui passi della fede. Dovranno riportalo in Galilea, dove tutto era nato, dove tutto era cominciato. Dove il Signore aveva fatto tutti i suoi preparativi di chiamata, di accompagnamento, di vicinanza e sostegno. Lì dovranno tornare per far rinascere la fede in loro, perché la fede nasce e rinasce.

Noi discepolo dei preparativi nuovi di oggi

Carissimi,

quest’anno la nostra veglia pasquale è impreziosita da due segni grandi nella loro piccolezza. Una mamma e un papà trasmettono la fede al loro piccolo. È una cosa normale per i cristiani, ma, nel tempo che stiamo vivendo, diventa anch’essa qualcosa di straordinario. Ancor più una donna, una discepola del Signore, una donna dei preparativi chiede di essere ammessa al Battesimo e alla Chiesa. Lo ha fatto negli ultimi due anni, anni di studio, di approfondimento della Parola del Signore, di accompagnamento costante della Chiesa, come anche ha vissuto chi vive la Messa delle 11.15 in questa ultima quaresima. Una discepola del Signore che chiede il dono della fede, perché ha già visto nascere in lei questo dono da parte del Signore e ora chiede di convalidare ciò che è nato come desiderio. Una donna che ha fatto tutti i suoi preparativi per rinascere a vita nuova, non più solo per le cose, ma per la grazia. Cinzia farà questo. A Cinzia sarà donato questo.

Sono segni: un piccolo che riceve la fede nelle tradizione di una famiglia e una donna che viene dall’estero che chiede il dono della fede.

Sono segni che interpellano tutti noi. Tu come vivi la fede? Tu cosa dici della tua fede? Tu come curi la tua fede? Carissimi, vorrei che dopo questi giorni, in cui abbiamo continuato a riflettere sul discepoli dei preparativi, ci fosse in noi la forza di riflettere su come vogliamo vivere tutti i preparativi che ci possono portare ad una fede più intensa, più matura, più consapevole per la vita di questa nostra comunità che ancora celebra il 15esimo anno di vita.

I discepoli dei preparativi, le discepole dei preparativi ci hanno insegnato molte cose. Ora non rimane anche  a noi di agire, non rimane anche a noi riuscire sempre più allo scoperto, non rimane anche a noi di tornare a quella sorgente della fede che è il Battesimo, il sacramento che stiamo per amministrare, per essere tutti sempre più convinti dell’importanza della fede e dell’importanza dell’incontro con Cristo per vivere da adulti dentro la nostra Chiesa. A Cinzia, che chiede questo dono, ad Elia per il quale stiamo pregando, offriamo una testimonianza di fede comunitaria sempre più vera, sempre più incisiva, sempre più improntata all’unità, perché davvero sappiamo essere chiesa che sa custodire la fede, praticare la carità, generare a nuova vita chi viene al mondo.

Siano quesiti i preparativi nei quali che noi sappiamo concentrarci e per i quali sappiamo vivere.

2024-03-25T22:58:29+01:00