Giovedì 30 giugno

Settimana della 3 domenica dopo Pentecoste – giovedì

La Parola di Dio per questo giorno

LETTURA Nm 27, 12-23
Lettura del libro dei Numeri

In quei giorni. Il Signore disse a Mosè: «Sali su questo monte degli Abarìm e contempla la terra che io do agli Israeliti. Quando l’avrai vista, anche tu sarai riunito ai tuoi padri, come fu riunito Aronne tuo fratello, perché vi siete ribellati contro il mio ordine nel deserto di Sin, quando la comunità si ribellò, e non avete manifestato la mia santità agli occhi loro, a proposito di quelle acque». Sono le acque di Merìba di Kades, nel deserto di Sin. Mosè disse al Signore: «Il Signore, il Dio della vita di ogni essere vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore». Il Signore disse a Mosè: «Prenditi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo spirito; porrai la mano su di lui, lo farai comparire davanti al sacerdote Eleàzaro e davanti a tutta la comunità, gli darai i tuoi ordini sotto i loro occhi e porrai su di lui una parte della tua autorità, perché tutta la comunità degli Israeliti gli obbedisca. Egli si presenterà davanti al sacerdote Eleàzaro, che consulterà per lui il giudizio degli urìm davanti al Signore; egli e tutti gli Israeliti con lui e tutta la comunità usciranno all’ordine di Eleàzaro ed entreranno all’ordine suo». Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato; prese Giosuè e lo fece comparire davanti al sacerdote Eleàzaro e davanti a tutta la comunità; pose su di lui le mani e gli diede i suoi ordini, come il Signore aveva detto per mezzo di Mosè.

SALMO Sal 105 (106)

Beati coloro che agiscono con giustizia.

Beati coloro che osservano il diritto
e agiscono con giustizia in ogni tempo.
Abbiamo peccato con i nostri padri,
delitti e malvagità abbiamo commesso.
I nostri padri, in Egitto,
non compresero le tue meraviglie. R

Divennero gelosi di Mosè nell’accampamento
e di Aronne, il consacrato del Signore.
Irritarono Dio anche alle acque di Merìba
e Mosè fu punito per causa loro:
poiché avevano amareggiato il suo spirito
ed egli aveva parlato senza riflettere. R

Salvaci, Signore Dio nostro,
radunaci dalle genti,
perché ringraziamo il tuo nome santo:
lodarti sarà la nostra gloria.
Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
da sempre e per sempre. R

VANGELO Lc 6, 20a. 24-26
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il Signore Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva: «Guai a voi, ricchi, perché avete già ricevuto la vostra consolazione. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore e piangerete. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».

Numeri

Dopo la festa solenne dei Santi Pietro e Paolo riprende il cammino di questa settimana liturgica che ci sta facendo leggere il libro dei Numeri. Con molta opportunità questa pagina ci mostra l’istituzione del successore di Mosè. Mosè provvede molto tempo prima a cercare uno che gli possa succedere nel comando, perché “la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore”.  Questa intuizione profonda di Mosè si sposa con quello che abbiamo letto poche righe sopra: “perché ci sia un uomo che sia a capo di questa comunità che li preceda nell’uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare”. Insomma un uomo che sia un punto di riferimento sicuro, un uomo che sia un pilastro, uno a cui guardare per sapere cosa fare. Una intuizione davvero molto profonda ed importante e Mosè la vive con molto distacco. Non sente il nascere del suo successore come un problema, non è invidioso di quello che sarà il suo successore, non si mette in competizione con lui né copre il suo operato. Solamente desidera che sia davvero un capo per Israele, un uomo di riferimento per tutti. È anche interessante notare che Mosè, perché questo compito non sia solamente una istituzione umana, prevede che ci sia un incontro con il sacerdote Eleazaro, perché costituisca Giosuè sul popolo a nome di Dio. Dio, che provvede sempre alla vita del suo popolo e non si dimentica mai di nessuno, fa in modo che ci sia un “capo” al quale fare riferimento e dal quale ottenere tutte le indicazioni per vivere appieno il cammino che Dio vuole far compiere a ciascuno. Dunque anche le istituzioni “civili” per così dire, dipendono da Dio per l’antico Israele.

Vangelo

Nel Vangelo abbiamo ascoltato la seconda parte delle beatitudini secondo San Luca. Non abbiamo letto la prima parte ieri, perché era la festa dei Santi Pietro e Paolo. Questa serie di indicazioni, che iniziano tutte con la parola “guai” sono un insegnamento del Signore che intende mettere l’uomo di fede in guardia rispetto ad alcune cose della vita che potrebbero portare ciascuno lontano dal Signore. La ricchezza, anzitutto, quella che Mosè e Giosuè, per esempio, non hanno mai cercato, interpretando il proprio essere a capo del popolo come un servizio da vivere sempre e solamente gratuitamente. La sazietà, che fa riferimento al vivere solo di cose materiali senza pensare a Dio. Mosè e Giosuè attestano proprio il contrario, sono uomini di Dio, uomini di preghiera, uomini di fede. La spensieratezza del vivere, simboleggiata dal ridere che, molti, ricercano ad ogni costo. Una vita fatta solo di divertimento, di cose frivole, è una vita lontano dalla verità. Entra poi, come ultimo guaio, il monito a non curare eccessivamente l’immagine che uno deve dare di sé. Chi si cura troppo dell’immagine, dice il Signore Gesù, finisce per essere succube di essa. Anche Mosè, Giosuè, come uomini pubblici, avrebbero potuto curare la loro immagine, eppure, non l’hanno fatto. Non si sono soffermati a questo, ma hanno preferito mettere tutto il loro impegno, tutta la loro forza nel saper piacere a Dio, testimonianza viva che è possibile vivere in un altro modo rispetto a come vivono tutti e a come fanno tutti o, per lo meno, la maggior parte delle persone.

Per noi

Le letture di oggi sono davvero provocatorie. Una prima domanda:

  • Curiamo la scelta di collaboratori, scegliamo persone che, dopo di noi, possano continuare ciò che abbiamo cercato di fare nella nostra vita?

Credo che questa domanda possa essere applicata non solo al nostro lavoro, ma anche alla vita in famiglia, perché è molto importante che noi sappiamo scegliere chi potrà guidare, dopo di noi, i nostri affetti più cari e curare le cose per le quali vale la pena esprimere la nostra cura. Questa stessa domanda sarebbe utilissima anche a livello ecclesiale, perché spesso molti collaboratori non hanno la lungimiranza di Mosè e continuano a fare come se sempre dovessero fare tutto loro. Rendendosi così insostituibili per un verso, ma creando poi un vuoto spesso difficile da colmare all’uscita dal proprio servizio. Credo che la Parola di Dio faccia bene a ricordarci che anche qualsiasi servizio ecclesiale deve essere fatto con attenzione, impegno, lungimiranza.

  • Come ci esprimiamo rispetto ai “guai” pronunciati da Gesù? Cura dell’immagine, desiderio di una vita spensierata, radicamento solo in cose frivole, ricchezze e onori, quanto stuzzicano il mio “appetito”?

In effetti è vero che anche noi potremmo proprio limitarci a queste cose. La tentazione c’è sempre e per tutti. Ben venga, allora, il richiamo della Parola di Dio che oggi ci viene donata perché diventi per noi spunto di riflessione importante e forte.

Chiediamo al Signore di custodire anche questo giorno perché sappiamo essere sempre attenti a ciò che il Signore ci domanda e ci chiede.

2022-06-24T22:20:11+02:00