Settimana della 2 domenica dopo la dedicazione – lunedì
La spiritualità di questa settimana
Questa settimana è del tutto particolare, perché contiene la festa di tutti i santi e la memoria dei nostri cari defunti. Occasione di celebrazioni, ma anche occasione di fede, per fermarci, riflettere, metterci nelle mani del Signore. La settimana, poi, si conclude con la festa di San Carlo Borromeo, esempio e guida per tutti noi.
La Parola di questo giorno
LETTURA Ap 10, 1-11
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Vidi un altro angelo, possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo e il suo volto era come il sole e le sue gambe come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro aperto. Avendo posto il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra, gridò a gran voce come leone che ruggisce. E quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire la loro voce. Dopo che i sette tuoni ebbero fatto udire la loro voce, io ero pronto a scrivere, quando udii una voce dal cielo che diceva: «Metti sotto sigillo quello che hanno detto i sette tuoni e non scriverlo». Allora l’angelo, che avevo visto con un piede sul mare e un piede sulla terra, alzò la destra verso il cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, che ha creato cielo, terra, mare e quanto è in essi: «Non vi sarà più tempo! Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio, come egli aveva annunciato ai suoi servi, i profeti». Poi la voce che avevo udito dal cielo mi parlò di nuovo: «Va’, prendi il libro aperto dalla mano dell’angelo che sta in piedi sul mare e sulla terra». Allora mi avvicinai all’angelo e lo pregai di darmi il piccolo libro. Ed egli mi disse: «Prendilo e divoralo; ti riempirà di amarezza le viscere, ma in bocca ti sarà dolce come il miele». Presi quel piccolo libro dalla mano dell’angelo e lo divorai; in bocca lo sentii dolce come il miele, ma come l’ebbi inghiottito ne sentii nelle viscere tutta l’amarezza. Allora mi fu detto: «Devi profetizzare ancora su molti popoli, nazioni, lingue e re».
SALMO Sal 17 (18)
Canterò le tue lodi, Signore, tra le genti.
Nell’angoscia invocai il Signore,
nell’angoscia gridai al mio Dio:
dal suo tempio ascoltò la mia voce,
a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido.
Abbassò i cieli e discese,
una nube oscura sotto i suoi piedi. R
Cavalcava un cherubino e volava,
si librava sulle ali del vento.
Si avvolgeva di tenebre come di un velo,
di acque oscure e di nubi come di una tenda.
Davanti al suo fulgore passarono le nubi,
con grandine e carboni ardenti. R
Stese la mano dall’alto e mi prese,
mi sollevò dalle grandi acque,
perché ho custodito le vie del Signore,
non ho abbandonato come un empio il mio Dio.
Per questo, Signore, ti loderò tra le genti
e canterò inni al tuo nome. R
VANGELO Gv 14, 12-15
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti».
Vangelo
La Parola di Dio di oggi è profondamente e veramente consolatoria. La prima consolazione è quella del Vangelo. Il Vangelo di oggi ci consola perché Gesù dice apertamente che il credente “farà le mie stesse opere, anzi ne compirà di più grandi”. Noi contempleremo la verità di questa affermazione proprio nella festa di tutti i santi. Chi sono i santi se non coloro che, operando nel nome del Signore, hanno fatto opere meravigliose? Certo tutti abbiamo in mente qualche figura di santo particolare che conosciamo bene. È proprio da queste vite che non solo possiamo desumere la verità di questa predicazione del Signore, ma in base ad essa possiamo anche chiederci quali sono le grandi opere che anche noi possiamo fare e alle quali ci sentiamo chiamati. Il Vangelo ci ricorda che tutti coloro che amano e che tutti coloro che si donano agli altri, tutti coloro che non fanno della propria vita un atto di egoismo ma un atto di donazione, partecipano di questa verità, anche se le loro opere non diventeranno mai famose.
Apocalisse
Anche la visione dell’Apocalisse ci può aiutare ad approfondire la meditazione. Il piccolo libro che è dolce come il miele ma riempie di amarezza le viscere è il libro della fede, è il libro della Parola di Dio, parola dolce, come noi tutti che la gustiamo giornalmente possiamo sperimentare. La Parola di Dio è un rifugio, una luce, una bussola. Eppure, tutti noi comprendiamo la difficoltà di vivere questa parola, la difficoltà di seguirla, la difficoltà di metterla in pratica. Se è vero che l’abbiamo molto presente nel cuore e nella mente, è altrettanto vero che, poi, facciamo molta fatica a renderla principio di azione, di pensiero, di giudizio. La rivelazione dell’Apocalisse ci ha anche ricordato che diventa urgente fare in modo che, nella propria vita, ci possa essere questa bussola di riferimento. Il tempo non è mai infinito. Questo è vero per tutti, per la storia del mondo, per la storia della Chiesa, ma anche per la nostra storia personale. Il tempo non è infinito nella vita di nessuno: alcune cose che rimandiamo continuamente, avranno il loro tempo massimo… il richiamo a metterci all’opera e a portare quei frutti buoni che possiamo portare secondo la nostra libertà deve farci agire con solerzia e con impegno.
Provocazioni di fede per il cammino
La provocazione di oggi è davvero molto forte. Anche noi, mentre sta per finire l’anno liturgico, mentre abbiamo di fronte a noi queste feste e commemorazioni importanti per la nostra esistenza nel tempo, siamo chiamati a prendere coscienza che il tempo della vita non è infinito! Direi che la commemorazione dei defunti ce lo ricorda anche con forza! Come la festa di tutti i santi, come ho detto, ci richiama a compiere quelle opere di bene che possono essere fatte quando un uomo vive per Cristo e interpreta la sua vita come generoso servizio di donazione agli altri, nel nome di Dio. Direi che la grazia da chiedere oggi è duplice. Da un lato chiediamo la grazia di vivere con impegno i nostri giorni, sapendo che non sono infiniti, dall’altro chiediamo quella di saper vivere talenti e opportunità per compiere il bene che possiamo, nell’attesa del ritorno del Signore. Chiediamo poi di saper sempre fare riferimento al libro particolare che è la Parola di Dio, che ci riempie di gioia quando lo leggiamo e di cui avvertiamo tutta la difficoltà quando cerchiamo di viverlo. Il Signore ci aiuti e ci guidi a vivere così la vita, sorretti da questa sapienza.
Invito alla preghiera
- Viviamo la nostra vita alla luce di questa sapienza?
- Sappiamo che i nostri giorni non sono infiniti?
- Cerchiamo di fare della nostra vita un atto di donazione umile, gratuita e generosa?