Settimana della 2 domenica dopo la dedicazione – martedì
La Parola di questo giorno
LETTURA Ap 11, 1-12
Lettura del libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo
In quel giorno. Mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: «Àlzati e misura il tempio di Dio e l’altare e il numero di quelli che in esso stanno adorando. Ma l’atrio, che è fuori dal tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei pagani, i quali calpesteranno la città santa per quarantadue mesi. Ma farò in modo che i miei due testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni». Questi sono i due olivi e i due candelabri che stanno davanti al Signore della terra. Se qualcuno pensasse di fare loro del male, uscirà dalla loro bocca un fuoco che divorerà i loro nemici. Così deve perire chiunque pensi di fare loro del male. Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non cada pioggia nei giorni del loro ministero profetico. Essi hanno anche potere di cambiare l’acqua in sangue e di colpire la terra con ogni sorta di flagelli, tutte le volte che lo vorranno. E quando avranno compiuto la loro testimonianza, la bestia che sale dall’abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sòdoma ed Egitto, dove anche il loro Signore fu crocifisso. Uomini di ogni popolo, tribù, lingua e nazione vedono i loro cadaveri per tre giorni e mezzo e non permettono che i loro cadaveri vengano deposti in un sepolcro. Gli abitanti della terra fanno festa su di loro, si rallegrano e si scambiano doni, perché questi due profeti erano il tormento degli abitanti della terra. Ma dopo tre giorni e mezzo un soffio di vita che veniva da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli. Allora udirono un grido possente dal cielo che diceva loro: «Salite quassù» e salirono al cielo in una nube, mentre i loro nemici li guardavano.
SALMO Sal 75 (76)
Dio salva tutti i poveri della terra.
Dio si è fatto conoscere in Giuda,
in Israele è grande il suo nome.
È in Salem la sua tenda,
in Sion la sua dimora.
Splendido tu sei,
magnifico su montagne di preda. R
Furono spogliati i valorosi,
furono colti dal sonno.
Tu sei davvero terribile;
chi ti resiste quando si scatena la tua ira? R
Dal cielo hai fatto udire la sentenza:
sbigottita tace la terra,
quando Dio si alza per giudicare,
per salvare tutti i poveri della terra. R
Persino la collera dell’uomo ti dà gloria;
gli scampati dalla collera ti fanno festa.
Fate voti al Signore, vostro Dio, e adempiteli,
quanti lo circondano portino doni al Terribile,
a lui che toglie il respiro ai potenti,
che è terribile per i re della terra. R
VANGELO Gv 12, 44-50
✠ Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Il Signore Gesù esclamò: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato; chi vede me, vede colui che mi ha mandato. Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno. Perché io non ho parlato da me stesso, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui di che cosa parlare e che cosa devo dire. E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».
Vangelo
Oggi è già giorno di vigilia e sentiamo che queste Scritture ci possono aiutare ad entrare nella festa ancora più sereni e ancora più fortemente sorretti dalla speranza che essa accende dentro di noi. Il Vangelo ci ha ricordato che è la Parola di Dio che, il giorno del giudizio, varrà come punto di riferimento. Quella Parola che, per tutti, vuole essere non solo punto saldo, ma anche fonte di misericordia e di speranza. Gesù, ancora una volta, dice con voce chiara e ferma che la sua venuta, il suo ministero, non sono per la condanna di nessuno, ma per la salvezza eterna di tutti. È questa la dimensione che ci apre maggiormente alla festa che inizierà questa sera, ovvero la memoria di tutti i santi. Nei santi che onoriamo e che veneriamo noi vediamo questa parola già attuata. La loro sorte eterna ci dice che essi sono nella comunione eterna di Dio proprio perché hanno creduto nella Parola che hanno non solamente ascoltato ma anche vissuto. Gesù richiama, poi, una verità che è sottesa a qualsiasi pagina del Vangelo: la comunione sua con il Padre che rende possibile ogni cosa. Anche questa realtà, anche questa comunione è l’oggetto proprio della preghiera dei prossimi giorni, perché è la comunione nella quale noi vediamo già inseriti tutti i santi ed è la comunione che speriamo essere reale anche per i nostri morti.
Apocalisse
Il brano dell’Apocalisse di oggi può essere compreso se noi facciamo riferimento a molti episodi del Primo Testamento. Certamente tutti sappiamo che il primo cortile del tempio era aperto a tutti, anche ai non ebrei, anche ai pagani. Voleva essere un segno dell’universalità della fede e un invito a credere in Dio. L’Apocalisse ci ricorda che se l’invito è per tutti poi, però, c’è la responsabilità di ciascuno. Responsabilità che deve essere vissuta come risposta di amore a Dio che chiama.
Il secondo riferimento è proprio su questo tema. Dio richiama sempre l’uomo, in molti modi, ma soprattutto attraverso la parola dei profeti. Uomini di Dio, uomini scomodi. Uomini che spesso devono lottare non solo contro l’inerzia degli uomini, ma anche contro i poteri, specialmente contro il potere politico che diventa oppressore. Il richiamo, in particolare, era ad Elia, colui che, provocando una carestia, ha dato un segno a tutti in modo molto provocatorio, ma anche colui che si è opposto al potere politico del suo tempo senza temere la ripercussione che ci sarebbe stata, come molti altri poi, sulla sua scia, nel corso della storia, hanno effettivamente fatto. Il credente legge questi segni e i richiami degli uomini di Dio come un segno della benevolenza di Dio che parla ad ogni tempo e che chiama sempre alla conversione e al perdono dei peccati.
Provocazioni di fede per il cammino
Come sempre non mancano le consolazioni e le provocazioni per noi. Anzitutto la consolazione di sapere che, come ogni tempo ha i suoi uomini di Dio che consolano, così anche il nostro tempo. Questa è la prima verità e la prima cosa da mettere a tema. Quindi non lamentiamoci sempre delle cose che capitano e andiamo a cercare quelle figure che Dio suscita per fare in modo che il nostro cammino non si fermi e che la nostra fede non venga meno.
In secondo luogo cerchiamo di vedere anche nelle cose che capitano, tanti segni di Dio che ci richiamano alla conversione. Questa è l’altra consolazione che riceviamo. Noi, come tutti gli uomini di tutti i tempi, siamo sollecitati a convertirci, a fare in modo che la Parola di Dio entri in noi e rimanga in noi, a fare in modo che il cammino sia sempre più serio e sempre più fervente.
In terzo luogo, ricordiamoci che, davvero, tutti siamo chiamati alla vita eterna, quella che contempliamo nei santi che onoriamo e quella nella quale speriamo che siano già tutti i morti di cui ci prepariamo a fare memoria.
Chiediamo queste grazie e cerchiamo di vivere queste consolazioni, sapendo sempre bene che il Signore è vicino a chi cammina nella storia, a chi ha il cuore ferito, a chi cerca consolazione nella Parola che rimane in eterno.
Invito alla preghiera
- Mi lascio consolare da questa Parola?
- Chi sono gli uomini di Dio che mi consolano?
- Quale invito trovo per la mia libertà in questa Parola di Dio?