Settimana della 4 domenica dopo l’Epifania – lunedì – San Giulio
Per introdurci / la parola del papa
Iniziamo questa settimana con la solennità di San Giulio. Questa settimana è tutta dedicata alle giornate eucaristiche e alla preghiera per la famiglia. Ogni giorno ci sarà una piccola citazione dell’Amoris Laetitia, che ci aiuterà a rileggere il Vangelo per meglio trarre intenzioni di preghiera per le famiglie. Ogni giorno sarà una parola chiave a guidare la nostra riflessione. Cominciamo oggi con la parola FIDUCIA.
Scrive il Papa nell’Amoris Laetitia: “Tale fiducia fondamentale riconosce la luce accesa da Dio che si nasconde dietro l’oscurità, o la brace che arde ancora sotto le ceneri. Questa stessa fiducia rende possibile una relazione di libertà. L’amore ha fiducia, lascia in libertà, rinuncia a controllare tutto, a possedere, a dominare. Questa libertà, che rende possibili spazi di autonomia, apertura al mondo e nuove esperienze, permette che la relazione si arricchisca e non diventi una endogamia senza orizzonti”. (114-115)
La Parola di Dio per questo giorno
LETTURA Sir 24, 30-34
Lettura del libro del Siracide
Io, la sapienza, come un canale che esce da un fiume e come un acquedotto che entra in un giardino, ho detto: «Innaffierò il mio giardino e irrigherò la mia aiuola». Ma ecco, il mio canale è diventato un fiume e il mio fiume è diventato un mare. Farò ancora splendere la dottrina come l’aurora, la farò brillare molto lontano. Riverserò ancora l’insegnamento come profezia, lo lascerò alle generazioni future. Vedete che non ho faticato solo per me, ma per tutti quelli che la cercano.
SALMO Sal 102 (103)
Benedici il Signore, anima mia.
L’amore del Signore è da sempre,
per sempre su quelli che lo temono,
e la sua giustizia per i figli dei figli,
per quelli che custodiscono la sua alleanza
e ricordano i suoi precetti per osservarli. R
Il Signore ha posto il suo trono nei cieli
e il suo regno domina l’universo.
Benedite il Signore, angeli suoi,
potenti esecutori dei suoi comandi,
attenti alla voce della sua parola. R
Benedite il Signore, voi tutte sue schiere,
suoi ministri, che eseguite la sua volontà.
Benedite il Signore, voi tutte opere sue,
in tutti i luoghi del suo dominio.
Benedici il Signore, anima mia. R
VANGELO Mc 5, 24b-34
✠ Lettura del Vangelo secondo Marco
In quel tempo. Molta folla seguiva il Signore Gesù e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Vangelo
Possiamo rileggere con questa parola il brano di Vangelo di oggi. La donna che chiamiamo “emorroissa” ha tutte le ragioni per aver perso la fiducia negli uomini e, soprattutto, nei medici. È una donna che sta male, è una donna che è indebolita dalle continue perdite di sangue. È una donna che si è fidata di tutte le cure e i rimedi che le hanno proposto, eppure non ha migliorato per niente la sua condizione. È una che potrebbe darsi per vinta, ormai le ha provate davvero tutte.
Questa donna così sfiduciata dalla vita e dagli uomini, non ha perso però la fiducia in Dio. Ella sa che Dio ascolta. Quando incontra Gesù riconosce subito che quel maestro di cui tutti parlano può fare qualcosa per lei. È una fede interiore fortissima quella che la muove. È una fede semplice, quella di una donna che non vuole nemmeno parlare con Gesù: le basta toccare il mantello. È una donna che riconosce anche in un momento difficile come quello che sta passando, che c’è una luce di Dio che brilla anche per lei. C’è davvero in lei brace che arde sotto le ceneri. Nonostante quello che ha provato, questa donna dà fiducia ad un uomo, a Gesù.
Gesù, dal canto suo, lascia che tutto avvenga o, per usare le parole del Papa, la lascia fare. Lascia che ella lo tocchi, lascia che ella si avvicini a lui di soppiatto. Solo dopo, quasi fingendo di non sapere, chiede spiegazione di quella forza che Egli ha avvertito uscire da lui. La scena è confusa, come i discepoli dicono. C’è molta gente, ci sono spinte per vedere Gesù, ci sono persone che farebbero di tutto per avvicinarsi a lui. Chiedere: “Chi mi ha toccato?” in una situazione di questo genere è quasi ridicolo. Non lo è per Gesù, che, mentre rispetta la libertà della donna, vuole che il suo gesto venga a galla, per essere di esempio a tutti. La donna non voleva mancare di rispetto a Gesù, toccandolo. Gesù lo sa. Egli l’ha lasciata libera di agire. Ora deve solo emergere quel rispetto pieno di amore che l’ha animata, perché il suo esempio di fede possa contagiare anche altri.
Da questo rispetto amoroso nasce una nuova relazione: tra Gesù e la donna, tra la donna e la gente, tra la donna e Dio. Questa donna semplice è piena di rispetto per Gesù che l’ha guarita. È piena di ammirazione per lui. Anche la gente, però, è piena di rispetto e di ammirazione per questa donna che ha osato tanto e ha ottenuto tanto. Questa donna, facendo così, ha rafforzato la sua fede. Ella si fida di Dio, che ha permesso che accadesse ciò che gli uomini non avevano saputo fare. Questa donna, piena di fiducia, inizia a guardare alla gente, al tempo, al mondo, in modo diverso. È la fiducia che l’ha cambiata.
Per noi
Credo che la meditazione del Vangelo ci faccia bene.
- Di chi ci fidiamo? Che fiducia abbiamo negli uomini? Che fiducia abbiamo nelle istituzioni?
- Che fiducia abbiamo in Dio?
Credo che tutti siamo invitati, oggi, a farci queste domande. Può essere che nutriamo poca fiducia nell’uomo o nelle cose degli uomini. Dipende anche dalle esperienze che abbiamo fatto. Può darsi che ci fidiamo della scienza, forse anche troppo! Talvolta ci fidiamo solamente di cose che hanno la pretesa di essere scientifiche e non lasciamo più spazio a Dio! Ecco il perché della seconda domanda: noi ci fidiamo di Dio?
Noi siamo chiamati a vivere di fiducia. Negli uomini, in Dio. Le due cose vanno anche a braccetto. Se ci fidiamo di Dio ci fideremo anche degli uomini. Così come fidandoci degli uomini potremo anche trovare quegli esempi di fede che ci aiuteranno a fidarci di Dio. Forse abbiamo ricevuto delusioni e non siamo più in grado di fidarci degli uomini: non potrebbe essere questa meditazione del Vangelo a metterci un poco in crisi e a farci riaprire un poco la porta di questa fiducia?
Come, del resto, ha fatto il nostro patrono San Giulio. Se egli non avesse avuto fiducia in Dio, se egli non avesse avuto anche un poco di fiducia negli uomini, non si sarebbe mosso dalla sua Egina. Se non avesse avuto quella fede fiduciale che è il perno della fede dei santi, non avrebbe evangelizzato, non avrebbe fondato chiese, non avrebbe fatto niente di ciò per cui noi lo onoriamo e lo veneriamo.
Chiediamo allora a San Giulio di farci crescere in questo atteggiamento di fede fiduciale, specie in famiglia. Al nostro Santo Patrono affidiamo questa preghiera, perché possiamo essere tutti più attenti a come viviamo, insieme, in famiglia, fidandoci gli uni degli altri, lasciando liberi tutti, ma credendo fermamente nella forza che viene dal rispetto reciproco e dall’unione vicendevole. Chiediamo a San Giulio questa grazia, senza la quale saremmo tutti più poveri.