Venerdì 31 luglio

Settimana della ottava domenica dopo Pentecoste – Venerdì

Vangelo

Lc 10, 38-42
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Mentre erano in cammino, il Signore Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».

Le due scritture di oggi hanno un evidente tema comune: la bellezza, il fascino, l’utilità di ascoltare la parola del Signore e il conseguente vivere nella ricerca della volontà di Dio.

A dirlo è anzitutto questa differenza di ritratto tra Marta e Maria. Tutt’e due le sorelle sono amiche del Signore, tutt’e due svolgono opere utili per il Signore. Ma, mentre Marta è “tutta presa dai molti servizi” in un’operatività utile e generosa che il Signore loda, Maria “si è scelta la parte migliore”. Come dire: nulla da rimproverare a chi opera per il bene degli altri e con viva generosità, ma una cosa è la migliore di tutte: il saper rimettere nelle mani di Dio ogni cosa, il saper ascoltare la sua parola per operare un vero discernimento cristiano sul suo volere. Questo non solo salva, ma rende bella e piena l’esistenza. Ecco perché a Maria non sarà tolta questa parte migliore. Anche lei conosceva bene l’utilità dell’operare con generosità, eppure non si lascia prendere dalle cose, ma sa dare il giusto peso ad ogni cosa.

Samuele

Sam 28, 3-19
Lettura del primo libro di Samuele

In quei giorni. Samuele era morto e tutto Israele aveva fatto il lamento su di lui; poi l’avevano seppellito a Rama, sua città. Saul aveva bandito dalla terra i negromanti e gli indovini. I Filistei si radunarono e andarono a porre il campo a Sunem. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gèlboe. Quando Saul vide il campo dei Filistei, ebbe paura e il suo cuore tremò. Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose, né attraverso i sogni né mediante gli urìm né per mezzo dei profeti. Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri gli risposero: «Vi è una negromante a Endor». Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: «Pratica per me la divinazione mediante uno spirito. Èvocami colui che ti dirò». La donna gli rispose: «Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dalla terra i negromanti e gli indovini. Perché dunque tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?». Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda». Ella disse: «Chi devo evocarti?». Rispose: «Èvocami Samuele». La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!». Le rispose il re: «Non aver paura! Che cosa vedi?». La donna disse a Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». Le domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e s’inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. Allora Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato evocandomi?». Saul rispose: «Sono in grande angustia. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me: non mi ha più risposto, né attraverso i profeti né attraverso i sogni; perciò ti ho chiamato, perché tu mi manifesti quello che devo fare». Samuele rispose: «Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico? Il Signore ha fatto quello che ha detto per mezzo mio. Il Signore ha strappato da te il regno e l’ha dato a un altro, a Davide. Poiché non hai ascoltato la voce del Signore e non hai dato corso all’ardore della sua ira contro Amalèk, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo. Il Signore metterà Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore metterà anche le schiere d’Israele in mano ai Filistei».

La storia di Saul dice le stesse cose. Saul, il primo Re di Israele, è dipinto come un uomo che ha ripudiato il Signore, un uomo che non lo ascolta più, un uomo che non sa più cosa vale e cosa non vale, un uomo che sta perdendo una guerra, un uomo che è allo sbando. Dopo aver dato tutto se stesso alle opere, ma senza trovare pace perché ha cercato solo il suo interesse e non quello del popolo che gli era stato affidato, dopo aver rinnegato quell’origine religiosa che era la vera ricchezza del suo mandato e del suo servizio, Saul cerca di invocare Samuele, il profeta da poco scomparso per avere lumi sul da farsi. Ma, come dice Samuele con grande verità, chi non ha mai ascoltato la Parola del Signore e non ha mai fatto della sua vita un atto di offerta e di obbedienza a Dio, non può certamente arrivare all’ultimo a scoprire la bellezza di quanto ha rifiutato di conoscere per anni. Ormai la sorte di Saul è segnata: egli, avendo rinnegato la parola che il profeta più volte gli aveva rivolto, ha smarrito il senso della sua vita. Morirà solo, in battaglia, insieme ai suoi figli, mentre Dio continuerà a seguire il suo popolo con Davide, il re a cui è stato dato il potere perché, benché grandissimo peccatore, sempre ascolta la parola del Signore e cerca di mettere mano, come può, alla sua conversione.

Per noi

Le due scritture mi sembrano dicano bene come si vive nel nostro tempo. Molti di noi cercano, continuamente, di riempirsi la vita con cose da fare, assomigliando certamente a Marta, ma, in fondo, peggiorando la sua situazione. Se Marta agiva per altruismo e cercando di ristorare la presenza in casa sua del Signore e dei suoi discepoli, molti di noi agiscono solo mossi da interesse personale e, quindi, per egoismo.

Molti altri sono affascinati, invece, dal richiamo al mondo degli spiriti, e si dedicano a quelle attività che la scrittura chiama “negromanzia”, ovvero il cercare un contatto con i morti. Non sono pochi anche i cristiani che vengono in chiesa e che poi consultano maghi, presunti medium, persone che vantano poteri…

Anche molti di noi sono del tutto affascinati da queste personaggi e cercano in qualche modo di scrutare il futuro proprio in base a queste rivelazioni presunte o in base a segni che si vedono da ogni parte e ai quali si crede incondizionatamente.

Gesù è di ben altro avviso: quando uno vive il suo ruolo animato dalla sua parola, ha già fatto tutto quello che deve fare per vivere nella vera santificazione del tempo  e della vita. Quando uno vive già l’obbedienza al comando di Dio, ha già fatto tutto quello che serve per offrire a Dio una vita degna del nome cristiano.

  • E tu? Ti perdi nelle cose da fare o sai dare un senso pieno e compiuto alla tua esistenza?
  • Sei anche tu alla ricerca di qualche contatto con i morti o ti fidi di Dio e della sua promessa?
2020-07-24T11:16:37+02:00