Settimana della domenica dopo il martirio – Lunedì
Inizia una seconda fase di questo tempo dopo Pentecoste che sono le settimane dopo il martirio di San Giovanni Battista e prima della dedicazione della Chiesa Cattedrale, che ricorre la terza domenica di ottobre. Se, fino ad ora, la liturgia ci ha aiutato a comprendere tutta la storia della salvezza e la sua tensione a Cristo, ora viviamo il tempo della pienezza, ovvero l’incontro con Cristo. È per questo che cambia fortemente il lezionario, e, come ben vedremo, leggeremo scritti del nuovo testamento accanto alle pagine di San Luca. Questa settimana cominciamo la prima lettera di San Pietro. A parte la memoria di San Gregorio Magno, non abbiamo poi grandi memorie da celebrare e quindi saremo sempre attenti alla lectio che ci viene proposta.
Vangelo
Lc 15, 8-10
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».
Come sempre partiamo dal vangelo. Chissà se facciamo ancora così! Chissà se, quando perdiamo qualcosa, ci mettiamo a cercare, a spazzare, a spostare le cose per ritrovare ciò che abbiamo perduto. Mi pare che facciamo così se perdiamo qualcosa che ha, per noi, un valore, altrimenti mi pare che dedichiamo molto meno tempo e molta meno cura a tutto questo. Forse ci viene più facile ricomprare, prendere qualcosa di nuovo… Eppure, non è difficile pensare all’atteggiamento della donna della breve parabola che Gesù racconta, o al suo stato d’animo nella ricerca di ciò che le manca, o, ancora, alla gioia del ritrovamento che diviene parola che passa di casa in casa e che, quindi, diviene festa.
Il tutto, ci dice il Signore, per parlare di un’anima che ritrova il Signore, per descrivere l’atteggiamento di Dio che è sempre in affannosa ricerca di anime che lo comprendano, lo ascoltino, si fidino di Lui. La festa, la vera festa, è quella che nasce quando un’anima incontra il mistero di Dio e si perde in esso. Questo permette l’esultanza di Dio, questo provoca la gioia del Signore! Si comprende bene perché leggiamo questa pagina in questa sezione del tempo liturgico: il Signore è venuto proprio per questo, per cercare ciò che era perduto, per salvare coloro che si erano persi.
1 Lettera di San Pietro Apostolo
1Pt 1, 1-12
Lettura della prima lettera di san Pietro apostolo
Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli che vivono come stranieri, dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, scelti secondo il piano stabilito da Dio Padre, mediante lo Spirito che santifica, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi dal suo sangue: a voi grazia e pace in abbondanza. Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime. Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro, quando prediceva le sofferenze destinate a Cristo e le glorie che le avrebbero seguite. A loro fu rivelato che, non per se stessi, ma per voi erano servitori di quelle cose che ora vi sono annunciate per mezzo di coloro che vi hanno portato il vangelo mediante lo Spirito Santo, mandato dal cielo: cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
Così nella prima lettera di Pietro, dalla quale potremmo attingere diverse sottolineature. Pietro, infatti, ci ha indicato quale deve essere la meta della nostra vita: “la salvezza della vostra anima”. Un tempo era un linguaggio chiaro e, dai racconti che si odono, molto presente nella vita di ciascun credente: pensare alla salvezza dell’anima era qualcosa che veniva spontaneo. Penso all’effetto di questo linguaggio oggi, penso a cosa risponderebbe molta gente se io facessi la domanda: pensi alla salvezza della tua anima? Oso fare questa domanda a voi che siete presenti, a voi che leggete! La salvezza dell’anima è una realtà alla quale bisogna pensare con costanza, se vogliamo trarre frutto dall’itinerario spirituale che viviamo. Occorre pensare alla salvezza dell’anima sempre, ci dice San Pietro, sia quando le cose vanno bene sia quando ci si trova in quella condizione che chiamiamo tribolazione. Occorre pensare alla salvezza dell’anima sempre, ricordando che questa vita è tutta un po’ come una prova, come un lasciar emergere il meglio che è dentro di noi. Occorre pensare alla salvezza della nostra anima basandoci, come sempre, sulla scrittura, come ci diceva San Pietro, e cioè indagando sulle grandi rivelazioni dei profeti per giungere alla pienezza della rivelazione che è Cristo Signore. Ecco l’itinerario che, sempre, ogni giorno, dovremmo cercare di vivere con fede, serietà, dedizione.
Per noi.
Vorrei allora che tutti ci chiedessimo:
- metto davvero mano alla salvezza della mia anima?
- Vedo la salvezza dell’anima come realtà importante per la mia vita?
Credo che nessuno debba spaventarsi di fronte alle parole di San Pietro che ci chiedono una grande responsabilità. Sapendo che è il Signore che ci viene incontro e sapendo che c’è festa per un’anima che ritrova la via di Dio, cosa dobbiamo temere? Di non riuscirci? Se noi chiediamo a Dio l’aiuto che ci necessita, ci riusciremo senz’altro!