Lunedì 2 Dicembre

La fatica di capire.

Mistero dell’Incarnazione,

Settimana della 3a domenica

In questa terza settimana del tempo di avvento, vogliamo concentrarci sul tema forse più difficile di tutto l’avvento: imparare a interpretare e a giudicare il tempo che viviamo nella logica della fede. È il nostro Arcivescovo che ci chiede questo esercizio di fede e noi cerchiamo di farlo insieme.

Vangelo

Il Vangelo di oggi ci mette immediatamente di fronte alla difficoltà dei compaesani di Gesù nel saper interpretare ciò che sentono da Lui e da ciò che Egli compie. Sentendolo predicare essi dicono: “da dove gli viene questa sapienza?”. Vedendo i miracoli che compie o sentendo il resoconto che porta la gente si domandano: “da dove vengono questi prodigi?”. È evidente la fatica di interpretazione del loro tempo, tanto che poi il Vangelo riporta questa loro affermazione: “non è egli il figlio del falegname? E sua madre non si chiama Maria?”. C’è dunque una pre-comprensione che guida e vizia il ragionamento degli abitanti di Nazareth. In un piccolo paesino è facile conoscersi tutti. Ecco perché sapere quale sia la famiglia di Gesù, sapere cosa fanno i suoi genitori è già, per qualcuno, sapere tutto ciò che c’è da sapere sulla sua persona e sul mistero che essa custodisce. Tant’è che nemmeno si domandano più cosa possano significare quelle parole piene di sapienza o quei miracoli che vedono, o dei quali hanno notizia. La mancanza di desiderio è così forte che il Signore deve purtroppo constatare: “un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua”. La difficoltà ad accogliere con fede e ad interpretare il mistero che essi hanno di fronte, diventa chiusura e Gesù, per questo, non può operare alcun miracolo.

Gesù insegna che è l’incredulità che diviene causa di incapacità nell’interpretare qualsiasi cosa secondo i valori della fede. Imparare ad interpretare il tempo secondo quello che si crede è possibile solo dove un’anima ha fiducia in Dio e dove quest’anima sa esprimerla, senza dubitare.

Malachia

Bellissima anche la lettura di Malachia che ritrae un atteggiamento sempre presente in ogni tempo della storia. Sempre c’è chi non sa interpretare il tempo in cui vive e nel vedere che hanno più fortuna gli ingiusti che i giusti, o che hanno più successo i furbi che gli onesti, o che non capita mai niente di male a coloro che scelgono e fanno il male, afferma: “è inutile servire Dio. Che vantaggio avremo dall’aver osservato i suoi comandamenti?”. È la posizione di moltissimi, anche ai nostri giorni e credo che non dovremmo poi stupirci più di tanto se fossimo noi stessi a pensare e a dire qualcosa di questo genere. Il Signore risponde e il profeta diventa garanzia della Parola di Dio: “un libro di memorie fu scritto davanti a Lui per coloro che lo temono e onorano il suo nome”. Dio non dimentica. Dio tiene in particolare considerazione coloro che hanno saputo perseverare nella fede e non si sono piegati a interpretazioni distorte del tempo, della vita, degli avvenimenti, delle cose. È come se si scrivesse, in modo indelebile, un libro di memorie con i loro nomi, una sorta di lapide con incisi il nome e la fede di coloro che hanno saputo perseverare anche nei tempi difficili e di prova nella professione della fede. Un insegnamento bellissimo che, in sostanza, ci dice che il giusto non perde la sua ricompensa. Di questo occorre essere certi!

Ezechiele

Riprendiamo anche a leggere le visioni terribili di Ezechiele. Visioni terribili perché attestano che, per coloro che vanno affermando: “il Signore ha abbandonato il paese, il Signore non vede!”, giunge puntuale il giudizio di Dio. Chi non ha vissuto con fede, chi non è stato capace di vivere gli avvenimenti della sua vita, del suo mondo, della sua storia, con l’occhio di chi si fida di Dio, è già come se fosse morto. Per lui sarà impossibile la contemplazione del volto di Dio, dal momento che, qui, in terra, ha rifiutato di cercare il Signore. Ecco il perché delle immagini di devastazione e sterminio che abbondavano nella Parola di Dio di oggi. È il modo descrittivo del profeta per dire che la fede serve, adesso, in questa vita, in questo tempo che ci viene dato, per imparare a interpretare tutto ciò che avviene nella luce di Dio.

Storia e tempo alla luce di Dio

Tutti, credo, ci siamo rivisti nella difficoltà degli abitanti di Nazareth, oppure nella difficoltà dei contemporanei dei profeti. Facciamo fatica anche noi a capire il nostro mondo, facciamo fatica anche noi a vedere che il giusto viene in qualche modo deriso; il santo viene in qualche modo perseguitato; sopravvivono i mediocri; vivono benissimo coloro che non hanno fede, coloro che rubano, ingannano, uccidono… sono tutte quelle occasioni che, alla fine ci fanno domandare: c’è una giustizia?

Proprio per noi, allora, vale l’invito della Parola di Dio. Fermati, prega, leggi la scrittura, impara ad interpretare tutto secondo la logica del Verbo di Dio che viene a redimere il mondo.

Credo che l’esercizio di fede da fare oggi sia proprio questo: impariamo a metterci davanti alle cose di cui abbiamo notizia cercando in esse il volto di Dio. Se non altro incominceremo ad avere molte occasioni per dubitare dei giudizi netti che parlano solo di cose negative e, forse, incominceremo a vedere la bellezza del volto di Dio che agisce nella storia.

2020-01-12T10:27:29+01:00