Martedì 3 Dicembre

I valori cristiani.

Mistero dell’Incarnazione,

Settimana della 3a domenica

Vangelo

C’è chi esalta le tradizioni, c’è chi non vorrebbe mai cambiare la loro forma. C’è chi parla della nequizia dei tempi perché non si fanno più con lo stesso spirito le cose dei padri. Lo diceva la gente del tempo di Gesù  e lo diciamo noi. Qualcuno si stracciava le vesti allora e qualcuno oggi, con azioni meno plateali, va ripetendo il medesimo concetto. Gesù aiuta a capire. Se il cuore dell’uomo tende a sbarazzarsi della verità, non c’è tradizione che tenga! Quell’uomo interpreterà sempre in maniera distorta il suo tempo e le cose che in esso accadono. Per essere poi sicuro che tutti capiscano bene, Gesù fa un esempio. Prende il 4° comandamento: “onora il padre e la madre”. Non è un comandamento per bambini disobbedienti, ma il comandamento che impone al figlio divenuto adulto di sostenere i genitori divenuti anziani e bisognosi di aiuto. Molti vedevano in questo una possibile causa di perdita del proprio patrimonio e così vincolavano al tempio i propri beni per non sostenere i genitori. Poi, dopo la loro morte, avrebbero in qualche modo riscattato ciò che apparteneva loro. Gesù, di fronte a questo comportamento, interviene con forza. Può essere questo il cuore di un figlio educato alla fede? Ovviamente Gesù smaschera il tentativo di pensare al patrimonio più che ai genitori che hanno dato la vita, in diversi modi, ad un figlio.

Gesù insegna che il tempo della vecchiaia di un genitore, deve essere il tempo della vicinanza e del sostegno. Certo come uno può, ma senza mascherare il proprio disinteresse che, in fondo, dice anche la propria poca fede. Insegnamento preziosissimo anche per noi e per il nostro tempo.

Malachia

La parola di Malachia aiuta a ripensare anche alla parola che abbiamo ascoltato ieri. Il profeta conferma che, per coloro che vivono di fede, per coloro che sanno interpretare la propria vita alla luce della propria fede, esiste un “premio”. “Per voi che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia e voi sarete saltellanti come vitelli dalla stalla”. Il profeta ha una parola chiara: chi si è anche solo sforzato di interpretare la vita alla luce della propria fede, non perde la sua ricompensa. Il “Signore sorgerà con raggi benefici”, come dire: il Signore interverrà nella storia di ciascuno così come essa merita, con quella forza che solo il Signore sa donare a coloro che si affidano a Lui o con ogni altro sostegno che il Signore donerà consolando l’anima di chi si è reso disponibile per questo sforzo.

Così il profeta insegna che l’anima che si affida a Dio non è mai senza consolazione interiore. La consolazione dell’anima è sempre personale e particolare e coincide con quel gusto per Dio e per le cose di Dio che anche noi possiamo provare in particolari momenti o circostanze della nostra vita.

Ezechiele

La parola di Dio contenuta nel libro di Ezechiele ci ha riportato alla visione della gloria di Dio. Abbiamo già commentato l’altro giorno un testo simile e abbiamo già cercato di comprendere che dietro la visione delle ruote e della nube che si sprigiona dai carboni ardenti presso il trono di Dio e dall’incenso versato sopra di essi, si cela nient’altro che la visione di Dio stesso. Il profeta sta dicendo che a lui è stata data la possibilità di fare un’esperienza unica, straordinaria, impossibile da pensare, inaudita: vedere la gloria di Dio. È da questa visione che il profeta ricava i valori della fede con i quali interpretare la storia e alla luce dei quali vivere. Poiché noi rileggiamo sempre queste scritture alla luce del compimento che esse già hanno avuto in Cristo, noi comprendiamo che i valori della fede ai quali aggrappare tutta la nostra vita sono quelli che ci hanno trasmesso gli evangelisti, le quattro figure di uomo, leone, vitello, aquila alle quali accennava la medesima scrittura. È come se il testo ci avesse detto: si vive bene solo con i valori del Vangelo, interpreta la tua vita con i valori del Vangelo: scoprirai la grande ricchezza che essi trasmettono e sarai nella pace.

Storia e tempo alla luce di Dio

Anche noi dovremmo avere i valori del Vangelo. Spesso lo diciamo: io ho i valori della fede! Ma a questa affermazione che moltissimi italiani sottoscriverebbero, corrisponde poi la verità? Avere i valori del Vangelo significa, anzitutto, professare la propria fede, e poi vivere i valori che, da essa, discendono. Oggi moltissimi pretenderebbero di avere valori cristiani senza professare la propria fede in Cristo. Molti pensano che, alla fine, i valori in cui si crede e ai quali si ancora l’esistenza, sono più frutto di uno sforzo della volontà che non un dono che viene dato a chi si sforza di seguire il Signore con tutte le sue forze. Proviamo a domandarci se anche noi ci stiamo sforzando, per lo meno, di vivere i valori del Vangelo, sappiamo che non ci riusciamo sempre e che cadiamo su molti fronti. Come ci ha detto la Parola di Dio, a Gesù basta il nostro sforzo. Come sempre, quello che non è possibile per debolezza o ignoranza, il Signore non ce lo imputa.

2020-01-12T10:27:29+01:00