Mercoledì 4 Dicembre

L’intelligenza depravata.

Mistero dell’Incarnazione,

Settimana della 3a domenica

Vangelo

C’è sempre qualcuno che fa delle tradizioni la propria bandiera e crede che l’anima si salvi per aver rispettato alcuni precetti. Siccome gli ebrei sono molto sensibili alle norme alimentari, ecco che qualcuno che osserva queste norme e poi interpreta la vita come vuole, crede di essere salvo. Gesù smaschera questo atteggiamento: “tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna”! che contaminazione può avvenire dal mangiare un cibo piuttosto che un altro? Piuttosto chi interpreta la vita secondo le proprie voglie, secondo le proprie emozioni, secondo i propri sensi deve stare attento! “ciò che esce dalla bocca e contamina il cuore, questo rende impuro l’uomo!”. Per essere sicuro di essere capito bene, Gesù fa anche degli esempi: “propositi malvagi, invidie, calunnie, omicidi, adulteri, furti, false testimonianze…”. Anche noi tutti dobbiamo stare attenti a queste cose, che, purtroppo, sono per tutti almeno una tentazione e, per molti, anche una realtà. Gesù, dunque, insegna che per uno che vuole avere i valori della fede, per uno che vuole interpretare la storia alla luce del proprio credo, dovrebbe essere normale saper resistere a quelle cose che contaminano il suo cuore, senza costruire la propria sicurezza dietro a tradizioni e norme. Un insegnamento pratico molto forte anche per ciascuno di noi, che siamo sempre alle prese con la nostra fragilità e la nostra durezza di cuore.

Sofonia

La voce del profeta Sofonia ci spaventa e ci provoca. Ancora un brano sul “giorno del Signore”, che invece di essere giorno di luce, di pace, giorno nel quale far emergere la propria sicurezza, quella sicurezza che viene da Dio, si trasforma in giorno difficile da sopportare, un giorno difficile da comprendere, un giorno difficile da vivere. Il giudizio è presto detto: coloro che hanno vissuto accumulando argento e oro credendo che bastasse questo a salvare, non avranno alcuna forza per resistere a questo giorno. Il tema suscitato da Sofonia ci riporta anche a quello che abbiamo cercato di sviscerare settimana scorsa. Se uno ha interpretato la propria vita solamente come un tempo nel quale cercare di accumulare ricchezze, sarà deluso nel giorno del giudizio, quando dovrà constatare che il criterio di vita doveva essere un altro e che, soprattutto, solo l’amore sarà il “lasciapassare” per la vita eterna. I beni eterni non si comprano, se non vivendo con sobrietà e mettendo, quindi, a disposizione degli altri ciò che fa parte del proprio patrimonio.

Ezechiele

Il profeta Ezechiele ci educa con una azione che, potremmo dire, è simbolica. Dio stesso chiede al profeta di diventare un simbolo per quelli del suo tempo, per quelli della sua patria, per quelli che dicono di onorare Dio e, invece, lo disonorano. Nella consapevolezza che egli vive “tra una genia di ribelli”, il profeta dovrà farsi un bagaglio da esiliato e lasciare la città. Questa azione dovrà dire che, come il popolo ha abbandonato empiamente il suo Dio, così Dio lo “abbandona” in balia della loro intelligenza depravata.

Ovviamente, abbiamo detto, si tratta di azione simbolica. Dio non abbandona mai nessuno, ma quando un’anima rinnega il suo Dio, succedono tutte quelle cose che possono accadere quando nessuno cerca più il volto del Signore.

Storia e tempo alla luce di Dio

Mi pare che questa azione simbolica del profeta e questa immagine, descrivano molto bene il tempo in cui viviamo. Ci sono, infatti, giorni in cui le notizie che entrano nelle nostre case, i fatti di cronaca a cui assistiamo, o, semplicemente, ciò che vediamo nelle nostre città, nei luoghi di lavoro, nei luoghi di ritrovo e divertimento che scegliamo, ci fanno davvero dire che non c’è più fede e che l’uomo vaga in preda ad una intelligenza che, davvero, diventa depravata. Dovremmo saper interpretare il nostro tempo e capire che questo accade solo là dove le coscienze non cercano più i valori di Dio e si piegano a qualsiasi voglia.

La parola di Dio, nella sua esigenza, richiama anzitutto noi. Se non vogliamo essere anche noi tra quelli che vivono secondo questa intelligenza depravata, abbiamo bisogno di rendere più salda la nostra fede in Dio e la nostra speranza nella vita eterna. È questo l’esercizio più bello dell’Avvento.

2020-01-12T10:27:29+01:00