Venerdì 3 Gennaio

Venerdì prima dell’epifania.

Il tema fondamentale di questo giorno ci è dato ancora da Daniele e dalla sua opera di rivelazione.

Daniele

Dn 2, 36-47
Lettura del profeta Daniele

In quei giorni. Daniele disse: «Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. Tu, o re, sei il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, la forza e la gloria. Dovunque si trovino figli dell’uomo, animali selvatici e uccelli del cielo, egli li ha dati nelle tue mani; tu li domini tutti: tu sei la testa d’oro. Dopo di te sorgerà un altro regno, inferiore al tuo; poi un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta la terra. Ci sarà poi un quarto regno, duro come il ferro: come il ferro spezza e frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. Come hai visto, i piedi e le dita erano in parte d’argilla da vasaio e in parte di ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma ci sarà in esso la durezza del ferro, poiché hai veduto il ferro unito all’argilla fangosa. Se le dita dei piedi erano in parte di ferro e in parte d’argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e l’altra fragile. Il fatto d’aver visto il ferro mescolato all’argilla significa che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno diventare una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l’argilla fangosa. Al tempo di questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti gli altri regni, mentre esso durerà per sempre. Questo significa quella pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per intervento di una mano, e che ha stritolato il ferro, il bronzo, l’argilla, l’argento e l’oro. Il Dio grande ha fatto conoscere al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno è vero e degna di fede ne è la spiegazione». Allora il re Nabucodònosor si prostrò con la faccia a terra, adorò Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. Quindi, rivolto a Daniele, gli disse: «Certo, il vostro Dio è il Dio degli dèi, il Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto svelare questo mistero».

Daniele spiega il sogno a Nabucodonosor rivelando le implicanze politiche del suo sogno e cercando di far vedere come accadrà ciò che accade ad ogni grande monarca e ad ogni personaggio carismatico: chi viene dopo di Lui non avrà la stessa forza, la stessa grinta, lo stesso potere, lo stesso fascino carismatico e, nell’arco di qualche generazione, accadrà che tutto andrà in disfacimento.

È interessante la reazione di Nabucodonosor, che non si domanda come evitare tutto questo e non chiede aiuto perché tutto questo sia evitato, ma cade in adorazione di Dio e anche di Daniele, per il quale comanda di offrire sacrifici e onori grandi. Il re non solo non si impressiona per ciò che dovrà accadere, ma afferma chiaramente che tutto è nelle mani di Dio, quindi non occorre fare nulla di straordinario, quasi per mettersi al riparo di quel futuro che Daniele ha rivelato. Nabucodonosor non cerca di evitare quello che Dio ha già descritto attraverso il suo profeta, ma si inginocchia per adorare l’opera di Dio. È un atteggiamento di fede e di sapienza che il grande re riesce ad esprimere e nel quale coinvolge coloro che sono con lui.

Vangelo

Lc 2, 36-38
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuele, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.

Anche la profetessa Anna, compagna di Simeone, ha una reazione di fede alla vista del bambino Gesù. Ella, che si sa commuovere per quella piccola vita che viene portata al tempio, riesce a comprendere che Dio sta visitando il suo popolo: altro da attendere non c’è. Dio è presente nella storia, Dio è visibile nella storia, Dio, che ama il suo popolo, appare come il consolatore di Israele e come colui che tiene in mano la storia dei popoli. Altro non c’è da attendersi, altro non c’è da aspettare. Solo la morte diventa il desiderio al quale vale la pena di dedicarsi. Non tanto per fuggire il mondo e il futuro, non tanto per non vedere e non sperimentare il male che capiterà, ma, piuttosto, per essere sempre con Dio, che vede bene ogni cosa e che ama essere l’amico e il consolatore degli uomini.

Colossesi

Col 1, 1-7
Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, ai santi e credenti fratelli in Cristo che sono a Colosse: grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro. Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, continuamente pregando per voi, avendo avuto notizie della vostra fede in Cristo Gesù e della carità che avete verso tutti i santi a causa della speranza che vi attende nei cieli. Ne avete già udito l’annuncio dalla parola di verità del vangelo che è giunto a voi. E come in tutto il mondo esso porta frutto e si sviluppa, così avviene anche fra voi, dal giorno in cui avete ascoltato e conosciuto la grazia di Dio nella verità, che avete appreso da Èpafra, nostro caro compagno nel ministero: egli è presso di voi un fedele ministro di Cristo.

Così come anche predicava San Paolo, tutto rivolto ad indicare ai Colossesi cosa attende ciascun umo, ciascun credente nel mistero di Dio. San Paolo indica anche a questa comunità cosa fare, come rimanere per sempre vicino a Dio, come continuare quel viaggio di fede incontro al Signore per vivere solo di fede, per vivere solo di Dio, per vivere solo di attesa di un compimento che ancora deve venire e che, solo, riempie la vita di tutti. In questo modo, avverte San Paolo, si vive bene anche il tempo presente, mettendo tutto l’impegno possibile nelle cose che si devono compiere, nelle cose che si devono fare, perché quando Dio è il centro del pensiero dell’uomo, quando Dio è il centro dei desideri dell’uomo, non c’è nulla da temere né nulla da assumere come preoccupazione eccessiva. Chi ha fede in Dio sa che tutto è nella sue mani.

Per Noi

La fiducia con cui il cristiano guarda al futuro e la capacità di contemplare il mistero di Dio, sono dunque i due cardini della meditazione di oggi. Anche noi dovremmo chiederci:

  • Quando penso al futuro, so mettermi in ginocchi davanti a Dio per adorare il suo mistero?
  • Quando penso al mio futuro, so mettermi in atteggiamento di preghiera per attendere da Dio ciò che mi necessita?

Chiediamoci seriamente se anche noi abbiamo questo sguardo di fede e questo desiderio di rimettere tutto nelle mani del Signore. Solo così sapremo giungere a quella speranza di vita che rende vera e bella l’esistenza di ogni cristiano.

2020-01-12T10:25:49+01:00