Le emozioni di Maria.
Mistero dell’Incarnazione,
Settimana della 4a domenica
In questa quarta settimana del tempo di Avvento, vogliamo concentrarci sul tema: attendere il Natale e non le emozioni del Natale. Oggi iniziamo la settimana con un giorno del tutto straordinario. Ieri, infatti, essendo domenica, non è stato possibile celebrare la festa della Immacolata Concezione che, per così dire, “recuperiamo” liturgicamente oggi. Vorrei quasi che chiedessimo alla Madonna: quali sono state le tue emozioni all’Annunciazione? Quali le emozioni durante i mesi della gravidanza? Quali le emozioni nella nascita?
Os 1, 6 – 2, 2
Lettura del profeta Osea
In quei giorni. La donna concepì di nuovo e partorì una figlia e il Signore disse a Osea: «Chiamala Non-amata, perché non amerò più la casa d’Israele, non li perdonerò più. Invece io amerò la casa di Giuda e li salverò nel Signore, loro Dio; non li salverò con l’arco, con la spada, con la guerra, né con cavalli o cavalieri». Quando ebbe svezzato Nonamata, Gomer concepì e partorì un figlio. E il Signore disse a Osea: «Chiamalo Non-popolo-mio, perché voi non siete popolo mio e io per voi non sono. Il numero degli Israeliti sarà come la sabbia del mare, che non si può misurare né contare. E avverrà che invece di dire loro: “Voi non siete popolo mio”, si dirà loro: “Siete figli del Dio vivente”.
I figli di Giuda e i figli d’Israele si riuniranno insieme, si daranno un unico capo e saliranno dalla terra, perché grande sarà il giorno di Izreèl!».
Una vergine…
La descrizione non ci dice molto di più, ma il termine “vergine” individua molto bene una giovane ragazza in attesa di coronare i suoi sogni. Il sogno di amore, il sogno di un matrimonio, il sogno di una famiglia. Certo la vita al tempo di Gesù era molto più semplice di quella di oggi. Sognare una casa, un matrimonio, una famiglia, era l’emozione massima di una adolescente come poteva essere la Vergine Maria al tempo dell’Annunciazione. Un’emozione e un sogno che dicono un’attesa. Un’emozione e un sogno che dicono un futuro. Un’emozione e un sogno che dicono un progetto. La Vergine Maria aveva tutte queste cose nel cuore: l’amore per Giuseppe, il sogno di vita con lui, il sogno di una famiglia. Il futuro certo non era molto diverso da quello che aveva visto nella sua famiglia di origine: le ragazze di quel tempo non potevano avere i mutamenti veloci a cui noi, ormai, siamo del tutto abituati.
Una città…
Nazareth. Un paese bello, per carità, ma anche semplice. Un luogo di incontro di culture, popoli, un luogo dove, ormai, è di stanza una guarnigione romana. Una città che si sta ingrandendo, una città dove la vita continua a essere quella di sempre eppure si vedono persone andare e venire, culture incontrarsi. Cose giudicate pericolose, piuttosto che opportunità importanti. Realtà che minano l’appartenenza alla propria comunità e, quindi, da evitare. Che emozioni può avere una ragazza in una città così? Non era l’ambiente ampio di Gerusalemme, non era la grande città con tutte le sue novità. Nazareth era, pur sempre, un borgo di periferia.
la casa di Davide…
Certo, forse ci si poteva ancora emozionare pensando a Davide, alle sue imprese, al suo regno… ma ormai era tutto passato. Erano passati circa mille anni da quell’impresa, da quella forza eroica che aveva coagulato, attorno a Davide, un intero regno. Tutto era finito poco dopo, la sua casa non era più presente, se non in quei discendenti, ormai di nobiltà decaduta, di cui anche Giuseppe era un rappresentante.
Insomma, non erano poi molte le emozioni che potevano essere nel cuore della Vergine Maria: un luogo di vita di periferia, i sogni di tutti, le attese di tutti, un passato da ricordare ma non più attuale.
La Madre del Messia
Eppure c’era quell’augurio che riguardava anche lei, la Vergine Santa, come tutte le altre donne, tutte le altre spose di Israele. Quell’augurio così originale e strano: “possa tu diventare la Madre del Messia”. Era l’augurio fatto a ogni sposa. Anche Maria, senza dubbio, lo ricevette. Che cosa pensò quando l’Angelo venne da lei? Che cosa passò per la sua testa quel giorno, nel sentire quella Parola che la rimandava a una fede antica? Che cosa ebbe nel cuore quando sentì che quelle parole antiche, per lei, avevano un senso del tutto nuovo, inatteso, inaudito? Non ci è dato di sapere. Il Vangelo non ci pone in primo piano le emozioni di Maria, ma la sua capacità di relazionarsi a Dio che le aveva aperto una prospettiva del tutto nuova ed inattesa.
Noi e la Vergine Maria
Così anche noi, siamo educati, quest’oggi, a non vivere di emozioni, a saper riportare tutto nell’alveo di quella Verità che tutti noi siamo chiamati a conoscere e a servire. Se anche noi potessimo comprendere che la bellezza della vita non sta nelle emozioni che si provano, ma nella verità dei propri giorni, se anche noi potessimo non lasciarci ingannare da quello che sentiamo ma fossimo sempre protesi verso quello che dà senso alla nostra esistenza, se anche noi sapessimo ridurre le emozioni nel nucleo delle cose che sono importanti della vita, ma non dicono la sua essenza, allora riusciremmo a comprendere che preparare il Natale significa anche cercare di arginare il dominio delle emozioni per giungere alla Verità di un incontro. La Vergine Maria ci dice che questo incontro è ancora possibile, è ancora una cosa da ricercare, è ancora qualcosa per la quale vale la pena darsi da fare.
Ecco il cuore di questa festa dell’Immacolata, all’inizio della quarta settimana di Avvento, credo che richiami a tutti noi questa verità.
Chiediamo alla Santa Vergine di intercedere per noi. Chiediamo a Lei di aiutarci a porre un argine alle nostre emozioni, chiediamo alla Vergine di saper discernere in mezzo ad esse. Chiediamo alla Vergine di non lasciarci troppo sopraffare da esse, ma di saper scendere in profondità dentro noi stessi.
Solo questo conta davanti a Dio. Solo quando il Natale avrà cessato di essere un misto di buonismo e di emozioni sregolate, allora potremo trovare quella Verità del Natale che rende la vita di ciascuno di noi degna di essere vissuta.
Sia questa la grazia che la Vergine ci aiuta a trovare per quest’anno, per questa festa.