Venerdì 10 Gennaio

IV feria dopo l’Epifania.

L’immagine sponsale guida anche le letture di oggi.

Cantico dei Cantici

Ct 2, 1; 4, 1a. 3b. 4a; 7, 6; 8, 11a. 12a. 7a-b
Lettura del Cantico dei Cantici

Io sono un narciso della pianura di Saron, un giglio delle valli. Quanto sei bella, amata mia, la tua bocca è piena di fascino. Il tuo collo è come la torre di Davide. Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo e la chioma del tuo capo è come porpora; un re è tutto preso dalle tue trecce. Salomone aveva una vigna a Baal-Amon. La mia vigna, proprio la mia, mi sta davanti. Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.

Anzitutto ancora la poesia del cantico, che ha il suo cuore in questa espressione: “le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo”. Sono parole che seguono la descrizione tipica dell’amato, fatta con i rimandi della cultura del popolo ebraico e con le immagini tipiche della cultura semitica. Rimane, però, questa sintesi bellissima a cui giunge l’uomo di fede che è l’autore del Cantico: l’amore, se è vero, se è tale, se è degno di essere chiamato con questo nome, non ha mai fine. Non c’è niente che possa far concludere un’esperienza di amore. Tutto ciò che si oppone all’amore è da esso assorbito, quando è vero, forte e tenace. Questa dovrebbe essere anche un po’ la certezza da cui noi partiamo. Ci sono forme di amore che sono così, totali, omnicomprensive, possibilità di amore per l’altro che sanno resistere ai problemi, alle difficoltà, al logorio del tempo. Dovremmo, solamente, crederci di più!

Vangelo

Mt 22, 1-14
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo

In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare loro con parabole e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti».

Se un amore è forte e sopporta tutto, se un amore è in grado di sopperire a qualsiasi difficoltà della vita, allora non ha mai bisogno di inventare scuse. È questo il rimando e il contenuto della parabola. Quando uno ama, non ha mai scuse da proporre. Quando uno non ama, o non ama più, ha sempre mille scuse e mille presunte difficoltà da opporre all’altro per non mantenere le proprie promesse, per non incontrarsi, per giustificare le proprie mancanze. In fondo, il tema finale di questa parabola, è proprio questo. All’amore di Dio che invita, non sempre corrisponde l’amore dell’uomo che aderisce all’invito che gli è stato proposto. Chi non risponde, chi accampa scuse, lo fa perché non ama. Così è di tutti quelli che non aderiscono all’invito e non si recano alla festa imbandita. L’autoesclusione di molti è solo indice del loro non amore, della loro incapacità di accogliere quell’amore che si offre in Dio a tutti. Se l’offerta non conosce differenze, l’accettazione sì. È responsabile ogni anima di quanto accade  nel segreto del cuore di ciascuno!

Per Noi

La domanda viene proposta anche a noi, ormai al termine di queste feste natalizie:

  • Il tuo amore, sa corrispondere agli inviti di Dio?
  • Accampi scuse per non accedere al suo invito?

perché, è certo, molto spesso, nei panni di coloro che si distolgono dagli inviti del Signore, ci siamo proprio noi. Siamo noi quelli che accampano scuse, siamo noi quelli che distolgono l’attenzione e l’amore per donarlo ad altri e ad altre cose. Ormai prossimi al Battesimo del Signore, la liturgia ci chiede di prendere sul serio l’impegno del nostro Battesimo, ovvero quello di corrispondere all’amore di Dio.

  • Corrisponderai, almeno oggi a questo amore?
  • Accamperai scuse, come spesso capita?

Non perdiamo l’occasione per domandarcelo e per mettere attenzione a come vivremo, in questa giornata, l’invito di Dio ad aderire alla rivelazione del suo amore che, anche oggi, non mancherà.

2020-01-12T10:31:26+01:00