Emozioni per Natale.
Mistero dell’Incarnazione,
Settimana della 4a domenica
Vangelo
Mt 21, 28-32
✠ Lettura del Vangelo secondo Matteo
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Ogni figlio è originale. Ogni figlio ha le sue emozioni. Evidentemente anche i figli rappresentati nella parabola.
L’uno ha come unico desiderio quello di compiacere il padre a parole, per non essere disturbato lui in prima persona. Questo ragazzo vive in preda all’emozione dell’egoismo, all’emozione del benessere personale, credendo che tutto il resto del mondo debba girare attorno a lui. Il desiderio di tranquillità è così forte che è meglio mentire piuttosto che mettersi a discutere.
L’altro ragazzo è in preda all’emozione dello spontaneismo, occorre dire quello che viene anzitutto nella mente, senza preoccuparsi troppo. Ma questo stesso ragazzo è anche in grado di suscitare quell’emozione di rimorso che è determinante nel suo percorso. Cambiando idea per il rimorso di avere dato un dispiacere al padre, sarà di fatto, quello che compie la sua volontà, a differenza del fratello che, formalmente irreprensibile, delude il padre e le sue aspettative.
Emozioni diverse ed esiti di vita molto diversi. Un esempio di cosa possono fare le emozioni quando vengono educate. Spingono alla ricerca del bene, all’interesse per l’altro, al desiderio di rendere felice la vita di coloro a cui si vuole bene. Sono queste le emozioni migliori per vivere anche il nostro Natale.
Ezechiele
Ez 35, 1; 36, 1a. 8-15
Lettura del profeta Ezechiele
In quei giorni. Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Ora, figlio dell’uomo, profetizza ai monti d’Israele e di’: E voi, monti d’Israele, mettete rami e producete frutti per il mio popolo Israele, perché sta per tornare. Ecco, infatti a voi, a voi io mi volgo; sarete ancora lavorati e sarete seminati. Moltiplicherò sopra di voi gli uomini, tutta quanta la casa d’Israele, e le città saranno ripopolate e le rovine ricostruite. Farò abbondare su di voi uomini e bestie e cresceranno e saranno fecondi: farò sì che siate popolati come prima e vi elargirò i miei benefici più che per il passato e saprete che io sono il Signore. Ricondurrò su di voi degli uomini, il mio popolo Israele: essi vi possederanno e sarete la loro eredità e non li priverete più dei loro figli. Così dice il Signore Dio: Poiché si va dicendo di te: “Tu divori gli uomini, tu hai privato di figli il tuo popolo”, ebbene, tu non divorerai più gli uomini, non priverai più di figli la nazione. Oracolo del Signore Dio. Non ti farò più sentire gli insulti delle nazioni e non subirai più lo scherno dei popoli; non priverai più di figli la tua nazione». Oracolo del Signore.
Le emozioni che evoca il testo di Ezechiele sono tutte positive. Infatti si capisce immediatamente che tutte le immagini usate dicono che Dio cerca il bene del suo popolo, cerca la sua gloria, cerca la sua pace. Con queste immagini ci viene detto che il Natale di Cristo viene per donare agli uomini quello che sembrava impossibile: la vicinanza di Dio.
Ebrei
Eb 9, 11-22
Lettera agli Ebrei
Fratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna. Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente? Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa. Ora, dove c’è un testamento, è necessario che la morte del testatore sia dichiarata, perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive. Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue. Infatti, dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il popolo da Mosè, secondo la Legge, questi, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, asperse il libro stesso e tutto il popolo, dicendo: Questo è il sangue dell’alleanza che Dio ha stabilito per voi. Alla stessa maniera con il sangue asperse anche la tenda e tutti gli arredi del culto. Secondo la Legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue, e senza spargimento di sangue non esiste perdono.
Tutt’altro genere di emozioni sono quelle evocate dalla seconda lettura. Specie nella sua finale: “senza sangue non c’è perdono”. Parola terribile, che ci dice una grande verità: il perdono dei peccati è intrinsecamente legato al sangue di Cristo. La gioia di questi giorni e la poesia con la quale noi cerchiamo di vivere il Natale, non può e non deve farci dimenticare questa verità grande, nella quale trova pienezza anche la nostra esistenza.
Educare le proprie emozioni
Così, anche nella luce di questa festa, vorrei che facessimo il nostro esame di coscienza settimanale, mentre siamo prossimi alla novena:
Cosa dicono di me le mie emozioni?
Se provassi a definirle, quali sono le emozioni che provo più spesso dentro di me?
Cosa faccio io per educare le mie emozioni?
Cosa mi ha insegnato la Parola di Dio di questa settimana?
Che proposito prendo per la novena che inizia tra pochi giorni?
Chiediamo la grazia di non vivere un Natale delle emozioni. Piuttosto chiediamo al Signore di educare le nostre emozioni per vivere bene questo Natale.