Mercoledì 20 Novembre

Una preghiera umile.

Mistero dell’Incarnazione,

Settimana della 1a domenica

Vangelo

Chi ha bisogno della preghiera? Chi può pregare il Signore? Le anime sante, le anime “elette”, potrebbero rispondere alcuni ed altri affermare che Dio ascolta la preghiera pura, limpida, sincera, fluente di coloro che si sono consacrati a Dio, magari solo per questo, nel silenzio della clausura e del chiostro, nella solitudine di qualche eremitaggio o in chissà quale esperienza di deserto. Il Vangelo ci dà un’altra risposta. Tutti hanno bisogno di preghiera, ma, particolarmente, i peccatori. È la preghiera dei peccatori che smuove la misericordia di Dio, il quale ricorda sempre all’uomo che “non sono i sani che hanno bisogno del medico”. La preghiera povera, distratta, la preghiera che non sa nemmeno bene cosa chiedere e cosa dire, la preghiera del peccatore… questa è la preghiera che il Signore ama! Non che trascuri l’altra, ma venendo da anime già elette, nulla aggiunge alla loro santità. La preghiera del peccatore, la preghiera che è in grado di far emettere ad un’anima persa un grido di aiuto, questa è la preghiera che salva quell’anima e che salva il mondo. Così come in vita il Signore non ha disprezzato la compagnia dei poveri peccatori, così Egli continua a raccomandare la preghiera per “i poveri peccatori”, come ci ricordano anche le apparizioni di Fatima, ma anche la preghiera dei poveri peccatori. È questo grido dei poveri che rende ancora possibile la manifestazione della misericordia di Dio nel mondo.

Come si saranno sentiti quei peccatori, nel comprendere che Gesù era lì per loro, ascoltava loro? Io credo si saranno sentiti compresi, abbracciati dal Padre di ogni misericordia. Così è la preghiera: un abbraccio che ci immette nelle mani misericordiose di Dio.

Gioele

Molteplici, poi, le raccomandazioni di Gioele sulla preghiera.

La preghiera può essere anche avvalorata dal digiuno, ovvero dalle forme del corpo che rendono ancora più forte la voce di chi prega. Poiché, come abbiamo sentito nel Vangelo di ieri, la preghiera non è solo fatta di parole, non è solo fatta di invocazioni ma anche di gesti, il gesto penitenziale che si può liberamente scegliere rende la preghiera dell’uomo ancora più forte, ancora più robusta.

La preghiera deve anche “lacerare il cuore”, ovvero essere esperienza di presa di coscienza del male compiuto. Infatti, quando noi abbiamo la vera percezione della gravità del male fatto, se non quando ci mettiamo davanti a Dio in silenzio? È solo questo il luogo nel quale noi ci rendiamo veramente conto di dove portano i nostri atti, le nostre scelte, le nostre decisioni della libertà che, purtroppo, diventa anche occasione per andare contro Dio.

La preghiera di intercessione: “piangano i sacerdoti tra il vestibolo e l’altare”. Il profeta ci ha ricordato che tutti, ma anche e soprattutto i sacerdoti, hanno il dovere di presentare una preghiera che sia aiuto, intercessione per l’altro.

La preghiera di comunità: “riunite i fanciulli, i bambini, i lattanti, esca lo sposo dalla sua camera…”. Se è già forte la preghiera di ciascuno, è molto più forte la preghiera della comunità che si raduna nel nome del Signore e cerca lo splendore del suo volto.

Ezechiele

Un ulteriore compito della preghiera ci viene assegnato dal profeta Ezechiele. La visione del volto di Dio, quella visione preparata così come abbiamo sentito nei giorni scorsi, affida al profeta il compito di andare dagli uomini per ricordare loro quello che Dio ha fatto di ciascuno: un figlio. Naturalmente senza essere preoccupati di quello che accadrà: “ascoltino o non ascoltino, sapranno…”. La preghiera non va mai persa. Anche quando gli uomini rifiutano i segni che Dio offre per tornare a Lui, anche quando gli animi sono chiusi alla rivelazione della sua misericordia, la preghiera del giusto può molto. È con la preghiera che si smuovono anche le montagne!

Scuola di Preghiera

La Parola di Dio ci ha insegnato che:

  • Anche noi preghiamo come poveri peccatori e, per questo, Dio ascolta anche la nostra umile preghiera, spesso distratta, povera…

  • La preghiera che si unisce al digiuno, la preghiera che diventa intercessione, la preghiera fatta in assemblea con altri è molto più forte della preghiera del singolo uomo, della singola anima.

  • C’è una preghiera che diviene testimonianza e che il credente deve fare, indipendentemente da come sarà accolta ed accettata dagli altri.

Chiediamo al Signore di saper vivere una preghiera così perché questi giorni di Avvento abbiano tutta la loro bellezza e il loro splendore, il loro sapore di vero ritorno a Cristo.

2020-01-12T10:27:51+01:00