Lunedì 25 Novembre

Sobri per saper cogliere le occasioni di bene.

Mistero dell’Incarnazione,

Settimana della 2a domenica

In questa seconda settimana del tempo di avvento, vogliamo riflettere particolarmente sul tema della sobrietà come stile di vita del credente che attende il ritorno del Signore. La liturgia e la Parola di Dio di ieri ci hanno già introdotto al tema che ora vogliamo cercare di approfondire con le letture di ogni giorno.

Vangelo

Non sembrano avere un grande stile di sobrietà gli adolescenti, né quelli di ieri né quelli di oggi. Cambiano le modalità, cambiano i luoghi di ritrovo ma, certamente, appare vero che essi stanno come sdraiati sulle piazze e non sembrano far altro che criticare tutto e tutti. Non sono proprio sobri! Forse però siamo un po’ tutti così! La prima sobrietà che ci viene suggerita è, per questo Avvento, quella della parola, per saper gioire quando c’è da gioire, per saper piangere quando c’è da soffrire, per saper riflettere quando c’è da stare in silenzio a meditare sulle cose, sul tempo, sulla propria vita.

Il richiamo allo stile di sobrietà del Battista che “non mangia e che non beve” è il secondo richiamo del Vangelo e tocca proprio a ciascuno di noi scegliere con quale stile di sobrietà vivere questa settimana.

Non sembra avere uno stile di sobrietà uno che è “un mangione e un beone, amico dei pubblicani e delle prostitute”, ma se questo è detto del Figlio di Dio, comprendiamo bene che anche il suo stare a tavola e anche il suo parlare con gli altri uomini è sempre nello stile della sobrietà e della verità. Perché si può anche condividere la gioia della tavola ma con sobrietà, oppure si può dialogare e discorrere con gli altri uomini ma senza scadere nel pettegolezzo, nel giudizio, nella critica. Anche in questo la sobrietà del Figlio di Dio ci è di esempio e ci serve come monito.

Certo Cafarnao è una bella cittadina sul lago di Tiberiade, e non brilla per ricchezza. Caso mai è di esempio per laboriosità, ma, oggi, nelle parole del Signore, si percepisce la critica. La critica per una città dove c’è stata un’abbondante predicazione, dove sono avvenuti miracoli, ma che non è stata solerte nel convertirsi, a differenza di alcuni uomini di Tiro e di Sidone, città nemmeno appartenenti ad Israele, ma sollecite nell’accogliere la Parola di salvezza destinata a tutti.

Richiamo, esempi di sobrietà anche per noi, che riceviamo la Parola con abbondanza, che abbiamo la possibilità di celebrare i sacramenti con frequenza e che non sempre siamo solleciti nell’aderire alla proposta fatta con sobrietà dalla Chiesa.

Gioele

C’è una sobrietà che viene imposta dalla storia. Chi ha spartito la terra di Israele perché terra di vinti, terra di gente che è stata conquistata, ha imposto molte restrizioni ad Israele, rendendolo sobrio. Così pure come chi ha disperso il popolo santo che Dio si è scelto, in mezzo a tutte le genti della terra, così che il popolo di Israele sia costretto a vivere in quella forma di povertà e di sobrietà che è la dispersione. Quanti di noi vivono nelle medesime condizioni! Quanti uomini e donne di oggi hanno la famiglia dispersa ora qui, ora là e quanti sono coloro che devono accettare continui cambiamenti del luogo in cui si vive per seguire il lavoro, o gli affetti, o perché occorre sottostare alle decisioni di altri. Sobrio è chi non si lamenta di queste cose, ma va avanti a credere in Dio che tiene in mano i destini di tutti. Sobrio è chi guarda con fede e con speranza al progetto che Dio ha per ciascuno di noi!

Ezechiele

Terribile la parola di Ezechiele. Egli deve assumere uno stile di sobrietà perché deve essere lui stesso, con tutta la sua vita, un richiamo per i figli di Israele. Un monito terribile per tutti perché parla di una povertà che deve diventare richiamo. Il profeta dovrà passare un periodo lungo della vita, 390 giorni, che vengono anche definiti “i giorni della reclusione”. Giorni in cui il profeta deve stare su un fianco o sull’altro, mangiare pane e acqua che, oltre ad essere razionati nella misura, devono essere cotti su “sterco di bue”, ulteriore segno di povertà.  Questo segno viene dato perché il popolo veda e si converta. È quasi una conversione forzata: le condizioni di vita che saranno imposte dai dominatori di Israele, diverranno l’occasione propizia per la conversione.

Alla scuola della sobrietà

Credo che oggi abbiamo avuto molti spunti di riflessione per pianificare quel cammino di sobrietà che tutti siamo chiamati a compiere senza differenze e senza distinzioni. Sarà bene che ci concentriamo in una sola direzione, parola, cibo, scelte per il tempo libero… così da non disperderci su molti fronti e, alla fine, perdere l’impegno che ci siamo prefissi.

Tuttavia, segnalo anche l’opportunità di riflettere bene sulle condizioni di vita che non scegliamo e che sono imposte da altri. Spesso ci lamentiamo, per esempio di un orario di lavoro difficile, di uno stipendio non adeguato, oppure del dover seguire un anziano, un malato che ci obbligano a determinati tempi e azioni… Se forse riuscissimo a vedere queste cose come un’occasione propizia per acquisire uno stile di vita più sobrio? Non sarebbe agevolata la vita della nostra anima?

2020-01-12T10:27:30+01:00