VI giorno dell’ottava natalizia.
Questi ultimi due giorni del Natale ci fanno leggere due brani del profeta Michea, l’inizio di due lettere di San Paolo, Corinti e Galati, e due brani del Vangelo di Luca. Il tema fondamentale è la consolazione che viene offerta a tutte le genti in Cristo Gesù.
2 Corinti
2Cor 1, 1-7
Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi
Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla Chiesa di Dio che è a Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio. Poiché, come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale vi dà forza nel sopportare le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.
La nostra speranza nei vostri riguardi è salda: sappiamo che, come siete partecipi delle sofferenze, così lo siete anche della consolazione.
Il tema è particolarmente evidente nella seconda lettura di oggi. L’inizio della lettera ai Corinti è tutto dedicato a questo tema, con tre declinazioni differenti.
San Paolo è anzitutto conscio che la consolazione che Dio offre al mondo è quella di Gesù Cristo. È la sua nascita, è la sua venuta, è il suo mistero di redenzione a divenire consolazione per le genti. Consolazione ovvero sostegno, aiuto nelle difficoltà, punto di riferimento per tutta una vita.
Questa consolazione è affidata alla Chiesa, dunque è la chiesa che, ora, porta questa consolazione nel mondo e permette all’uomo di avere quell’incontro consolatorio con Cristo che salva da ogni male e da ogni difficoltà. La chiesa, nel mistero della Pentecoste, ha ricevuto questo compito, questo mandato: essere fonte di consolazione per gli uomini che hanno accolto la venuta del Signore come dono prezioso, insostituibile, unico.
Questo compito è anche lasciato ad ogni credente. Tocca ad ogni credente divenire fonte di consolazione per il fratello, sostegno nelle sue difficoltà. Tutto questo è possibile, però, a condizione che il battezzato rimanga immerso nella consolazione che la chiesa offre a tutti e a condizione che la singola anima sappia riconoscere, apprezzare, amare, valorizzare la consolazione che viene da Dio.
Il mistero della consolazione è tutto questo unito insieme. Queste tre direzioni dicono come si attua il mistero della consolazione nel mondo. L’uomo, consolato da Dio, rimane sempre attivo nel proprio cammino di ritorno al Padre, e vive la propria dimensione storica con quella speranza cristiana che deve sempre caratterizzare il suo cammino di fede e di vita.
Michea
Mi 4, 6-8
Lettura del profeta Michea
«In quel giorno – oracolo del Signore – radunerò gli zoppi, raccoglierò i dispersi e coloro che ho trattato duramente. Degli zoppi io farò un resto, dei lontani una nazione forte ». E il Signore regnerà su di loro sul monte Sion, da allora e per sempre. E a te, torre del gregge, colle della figlia di Sion, a te verrà, ritornerà a te la sovranità di prima, il regno della figlia di Gerusalemme.
Anche le immagini e le parole del profeta Michea vanno nella stessa direzione. Il profeta intende, infatti, consolare il popolo di Israele, partendo dalla sua situazione storica concreta. Anche se il popolo tutto è come se fosse un popolo di zoppicanti, Dio non se ne rammarica e continua a visitare il suo popolo con i multiformi doni della sua clemenza e della sua grazia. Sarà proprio la grazia di Dio a permettere al popolo di Israele di recuperare la sua forza e la sua identità per tornare ad essere, presso tutte le genti, lo splendore di Dio nel mondo. Il profeta invita il popolo di Dio a non fermarsi solamente a rileggere le proprie sventure e difficoltà, ma a rimettere tutto nelle mani di Colui che dona ogni cosa a suo tempo. Noi rileggiamo in senso cristiano questa profezia e riconosciamo che è in Cristo che brilla tutta la vicinanza di Dio al suo popolo.
Vangelo
Lc 11, 27b-28
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca
In quel tempo. Una donna dalla folla alzò la voce e disse al Signore Gesù: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!». Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».
Infine c’è una donna, nel Vangelo, che prova grande consolazione interiore per la presenza di Gesù e, nella sua semplicità, benedice colei che ha portato nel mondo il Figlio di Dio: Maria. Gesù richiama la consolazione della Madre come modello per tutti i credenti. Come lei è stata consolata da Dio in risposta al suo sì, al suo “fiat”, così è possibile che ogni uomo sperimenti la consolazione di Dio, se, come Maria, si dispone con animo libero e docile al compimento della sua volontà. La consolazione di Maria diviene modello per ogni cristiano, dal momento che lei, la Madre, è diventata ella stessa fonte di consolazione per tutti coloro che a lei si rivolgono con fiducia certa.
Per Noi
Credo che questo giorno dell’ottava sia di aiuto a tutti noi che vogliamo sentire, sperimentare, vivere la consolazione del Natale nei nostri giorni. Se il Natale non è stato solamente una festa, se il Natale non è stato solamente un rito, tutti abbiamo il dovere di renderlo una consolazione. Come? Anzitutto mettendo i nostri problemi sotto la protezione di Dio e di Maria che consola il cristiano immerso nelle prove, poi scoprendo che la gioia del Natale nasce dentro di noi se noi siamo disposti ad accogliere la Parola che Dio rivela, ovvero se siamo disposti ad avere in noi i valori del Vangelo, come più volte abbiamo già detto. Dio, infine, consola il popolo che a lui ritorna e che a lui si rivolge. Il nostro compito è, quindi, quello di testimoniare la presenza di Dio in mezzo a noi, richiamando chi è distratto o lontano ai valori dell’alleanza cristiana con Dio. Maria Santissima, madre della consolazione, aiuti ciascuno di noi a camminare su questa strada difficile, ma possibile. Possibile per la presenza stessa del Signore in mezzo a noi.