Martedì 31 Dicembre

VII giorno dell’ottava natalizia.

Ultimo giorno dell’anno. Giorno ancora tutto dedicato alla scoperta della consolazione di Dio, ma anche giorno di ringraziamento.

Galati

Gal 1, 1-5
Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati

Paolo, apostolo non da parte di uomini, né per mezzo di uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre che lo ha risuscitato dai morti, e tutti i fratelli che sono con me, alle Chiese della Galazia: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo, che ha dato se stesso per i nostri peccati al fine di strapparci da questo mondo malvagio, secondo la volontà di Dio e Padre nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.  

Il tema ricorre in molte lettere dell’Apostolo. Vorrei che ci fermassimo sulle parole che ripetiamo spesso nella liturgia: “grazia e pace da Dio nostro Padre e dal Signore nostro Gesù Cristo”. È un augurio non formale quello che l’Apostolo rivolge a ciascuno di noi. L’augurio di trovare, in Cristo, la grazia, ovvero la forza dello Spirito che viene donata a chi lo chiede, e la pace del cuore. Sono questi i doni spirituali che San Paolo augura alla comunità cristiana della Galazia ma, in fondo, a tutte le comunità cristiane. Sono questi i doni che anche noi, che celebriamo il natale, dovremmo trovare per questi giorni santi che viviamo con responsabilità e con coinvolgimento del cuore.

Vangelo

Lc 2, 33-35
✠ Lettura del Vangelo secondo Luca

In quel tempo. Il padre e la madre del Signore Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».  

Con questa premessa di meditazione sembra quasi che il Vangelo stoni. Abbiamo letto le parole della profezia di Simeone, quelle che leggiamo, nella loro completezza, il giorno della presentazione del Signore Gesù al tempio, il 2 febbraio. Parole che dicono un presagio, parole che rimandano già ad una sofferenza, ad un mistero che deve compiersi, ad un mistero di solitudine. Mistero che abbraccia anche la Vergine

Michea

Mi 5, 2-4a
Lettura del profeta Michea

In quei giorni. Il Signore parlò a Michea dicendo: «Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!».  

La Vergine Madre del Messia è anche al centro della riflessione di Michea, il profeta che richiama la presenza di Colei che avrebbe portato nel mondo il Messia, rivestendolo di carne umana e donando ad esso un corpo di uomo. Inoltre il profeta ricordava che il Messia sarebbe stato colui che avrebbe portato pace a tutto il popolo di Israele, una pace duratura e profonda, una pace nella quale avrebbero trovato benedizione tutti i popoli della terra.

Per Noi

Sono diversi gli spunti di meditazione che possiamo trattenere per noi.

Anzitutto credo sia molto bello che, anche in questo ultimo giorno dell’anno, la Vergine Maria sia un po’ la protagonista della nostra liturgia. A lei vogliamo guardare ogni giorno, ma, in particolare, nel corso di queste feste solenni. A lei, alla quale dobbiamo la nascita di Gesù, dobbiamo esprimere molti ringraziamenti, dal momento che ci è vicina e che ci custodisce in ogni circostanza di vita, ma soprattutto dobbiamo ringraziare per il dono della fede, senza la quale la nostra vita sarebbe davvero poca cosa.

In secondo luogo credo che sia giusto tenere in considerazione la preghiera per avere “grazia e pace”. La pace è forse anche quella calma che sperimentiamo in questi giorni di festa, ben sperando che qualche tempo in più che abbiamo non sia solo destinato ai preparativi di ritrovi e feste ma sia un tempo utile e bello per ascoltare il Vangelo e per contemplare il presepe.

Infine oserei dire che oggi è anche una giornata di bilancio spirituale. Tutti noi siamo chiamati a guardare all’anno che si chiude con la luce che viene da Cristo e, in quest’ottica, dobbiamo cercare di ringraziare per i benefici che il Signore non ha mancato di donarci, anche se non sono mancati i nostri peccati e i momenti in cui ci siamo allontanati dalla sua presenza e dal suo amore.

Mettiamoci in silenzio, magari in un angolo tranquillo delle nostre chiese, o, magari, davanti alla S. Eucarestia e ringraziamo il Signore per tutto quello che abbiamo avuto e per quello che ancora speriamo dal Padre che veglia sempre sulle nostre vite.

2020-01-12T10:25:49+01:00