Prendere sul serio l’invito a pregare.
Mistero dell’Incarnazione,
Settimana della 1a domenica
Ieri abbiamo iniziato il tempo forte dell’Avvento cercando di riprendere uno degli inviti che l’Arcivescovo pone nella sua lettera pastorale, ovvero quello di cercare di fare una scuola di preghiera per questo tempo forte, a partire dalla Parola di Dio. Così vorrei cercare ogni giorno di riprendere qualche suggestione dalle letture dei profeti e del Vangelo, per cercare di vivere bene insieme con voi questo tempo.
Vangelo
Ci lasciamo guidare, anzitutto, dall’immagine del Vangelo. Ogni tempo liturgico ci ripropone la chiamata dei discepoli, quasi a ricordarci che la decisione di fede, che è decisione per la vita interiore e per la vita di preghiera, non è da prendersi una volta nella vita, ma decisione da rimodulare spesso nel corso della propria esistenza. Ci sono poi tempi liturgici più forti, come quello che abbiamo iniziato, che ci aiutano a prendere sul serio l’invito a coltivare la dimensione interiore della vita, la dimensione della contemplazione, la dimensione dell’affidamento. La preghiera è tutto questo insieme. È un momento nel quale noi ci rimettiamo nelle mani di Dio, scegliamo di concentrarci su di Lui, mettiamo a disposizione l’intelligenza, la volontà, l’affetto e ogni nostra altra dimensione umana, per parlare con Dio. Ma, al tempo stesso, la preghiera è fatta di sequela del Signore, umile ed incondizionata, di ascolto concentrato, vigile e silenzioso. La preghiera dell’uomo è fatta anche di questo.
Gioele
Ci stupisce, poi, il grido, il lamento del profeta Gioele: “priva di offerta e libagione è la casa del vostro Dio”. È una frase terribile, un lamento grande, il profeta rimprovera anche i sacerdoti del tempio perché non si prega più, perché c’è una responsabilità comune a tutti i fedeli nell’aver lasciato che si spegnesse la fiamma interiore nella preghiera e i sacerdoti non hanno vigilato abbastanza su questa deriva del popolo di Dio. Si capisce il richiamo del profeta a fare in modo che la casa di Dio sia davvero casa di preghiera perché, mentre si attende il giorno del Signore, non si debba poi dire: “ahimè quel giorno! Infatti è vicino il giorno del Signore e viene come una devastazione dall’Onnipotente”. Smarrire il senso di Dio, smarrire il senso della preghiera è, quindi, una cosa devastante, un’esperienza traumatica, qualcosa che abbruttisce l’umanità intera. C’è una responsabilità dell’uomo di fede nel pregare che non coinvolge solo la sua persona fisica, ma che coinvolge tutti. Quando il credente abbandona la vita di preghiera impoverisce tutta l’umanità e non solamente la sua dimensione interiore. È un richiamo molto forte e anche molto bello che il profeta ci dona, mentre riporta ciascuno di noi alla responsabilità del pregare.
Ezechiele
Ci aiuta anche il profeta Ezechiele, con queste sue visioni sempre molto difficili, sempre molto oscure. Oggi, tuttavia la visione non è così difficile. Questa visione nasce da ciò che il profeta vede a Babilonia, ovvero gli idoli dalla testa d’uomo e dal corpo di leone, zampe di toro, ali di aquila, posti a custodia delle case e dei palazzi della città. Riprendendo questa immagine Ezechiele parla di questi “viventi” che sono alla presenza di Dio e a lui sottoposti. La tradizione cristiana ha preso questa immagine per farne l’immagine degli evangelisti: San Marco, il leone, dal momento che Gesù nasce dalla tribù di Giuda rappresentata dal leone; San Luca, il bue sacrificale, perché è il Vangelo che maggiormente insiste sulla misericordia di Dio che arriva a sacrificare il Figlio per la salvezza degli uomini; San Giovanni, l’Aquila, perché è il Vangelo più difficile, acuto; a questi simboli si aggiunge l’angelo per il Vangelo di Matteo, perché è il vangelo che ama la presenza degli Angeli, soprattutto nel contesto della risurrezione. Un evidente richiamo alla Parola di Gesù, di cui si dovrebbe nutrire la nostra preghiera.
Scuola di Preghiera
Oggi ci è stato richiamato che la preghiera è:
Mettersi alla sequela di Gesù per ascoltarlo e imparare a pregare da Lui
Prendere sul serio l’invito a pregare e a non abbandonare al silenzio, a non lasciare “vuota” la casa di Dio
Nutrire della Parola di Dio la propria preghiera.
Vediamo di fare nostri questi richiami e di vivere bene la preghiera di questo primo giorno feriale di Avvento ma anche di fare qualche scelta, quasi fosse una regola di vita, da tenere presente nella settimana che inizia.