Tempo Dopo la Dedicazione della Chiesa Cattedrale2020-11-04T10:21:58+01:00

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Tempo Dopo la Dedicazione della Chiesa Cattedrale

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Tempo Dopo la Dedicazione della Chiesa Cattedrale

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Introduzione

Il corso di formazione dei lettori, prevede, per quest’anno, una formazione dettagliata, forse anche un poco tecnica, sul lezionario ambrosiano, per capire il perché si leggono alcuni testi sia nei giorni feriali che nelle domeniche. Credo che una conoscenza sempre maggiore del testo della parola di Dio da proclamare aiuti non solo il lettore a proclamare con puntuale precisione la Parola, ma aiuti anche la preghiera personale e comunitaria.

Il testo da proclamare, infatti, non deve solo essere “letto bene”, ma deve anche introdurre al mistero ogni fedele e, quindi, accendere la preghiera di ciascuno. Questo è il compito del lettore.

È per questo che occorrono al lettore:

  • Preparazione precedente: prima di accedere all’ambone ho già letto il testo che devo proclamare, l’ho riletto più volte, l’ho fatto mio, l’ho meditato. So dove sono i punti fondamentali, so quali parole sottolineare. Se ci sono nomi propri, specie di matrice ebraica, difficili da pronunciare, mi sono informato sulla loro corretta pronuncia, non improvviso mai.
  • Preparazione prossima: è bene che il lettore giunga in chiesa ben prima dell’orario della celebrazione e passi qualche minuto in preghiera davanti al Santissimo Sacramento, per incominciare ad introdursi alla azione liturgica. È questo il momento nel quale è possibile, poi, rileggere la Parola di Dio da proclamare, così da rinnovare la familiarità con essa.
  • Preparazione immediata: il lettore si presenta in sacrestia almeno 5 minuti prima dell’orario della celebrazione, per eventuali accordi con il celebrante o con gli altri lettori della medesima celebrazione.
  • Nel formare la processione – ove previsto – il lettore si colloca dietro i chierichetti e prima del celebrante. È tradizione della nostra comunità pastorale, portare il lezionario da mostrare ai fedeli perché essi stessi accolgano e venerino il libro della parola. È un gesto di fede. Occorre farlo con dignità e responsabilità. Non è un oggetto da sottovalutare: il libro della Parola è esso stesso presenza di Cristo.
  • Arrivati all’altare, dopo la genuflessione e l’inchino di riverenza e saluto al tabernacolo e all’altare, il lezionario va collocato (salvo diversa disposizione), sull’ambone o sull’altare ( Messa vigiliare).
  • Il lettore non si presenta mai all’ambone con il foglietto della Messa. Se si è preparato come indicato, ha già controllato la corrispondenza delle scritture e, non avendo improvvisato nulla, sa bene dove leggere la Parola proposta per il giorno.
  • Giunto all’ambone, prima di leggere, il lettore chiede al microfono la benedizione al Celebrante, si volta quindi verso di lui per ricevere la benedizione, quindi si accinge a leggere. È bene aver controllato l’altezza del microfono perché una cattiva audizione da parte dei fedeli, squalifica la stessa parola di Dio e impedisce la sua azione di grazia, in toto o in parte.
  • Il lettore che deve poi leggere la preghiera dei fedeli, avrà cura di essersi informato prima della celebrazione, sull’eventuale presenza di defunti da ricordare in modo particolare, leggendo il solo nome. Cognome o titoli ( dott. Prof…) non sono ammessi nella celebrazione liturgica.
  • Il lettore è bene che si inginocchi durante la consacrazione, a meno che l’età non lo consenta.
  • Al termine della celebrazione, il lettore si dispone per riformare la processione di uscita, secondo le disposizioni già viste per l’ingresso.
  • Giunto in sacrestia, dopo essersi inchinato insieme con il celebrante e i ministranti, si dice “prosit!”. Che significa: la celebrazione compiuta ti aiuti, ti giovi. Il celebrante solo risponde: “Deo gratias, vobisquoque!”. Grazie a Dio e anche a voi! È un saluto liturgico al termine della azione liturgica.

Dopo questi richiami sempre utili, veniamo a trattare più precisamente del lezionario del tempo dopo Pentecoste, nelle settimane che seguono la dedicazione della Chiesa Cattedrale, che si celebra sempre la 3 domenica del mese di ottobre, e introducono all’avvento.

Struttura dell’anno liturgico

Mi limito a richiamare la struttura dell’anno liturgico ambrosiano

LIBRO I. MISTERO DELLA INCARNAZIONE:

TEMPO DI AVVENTO (dalla domenica dopo la festa di San Martino, al 24 dicembre)

TEMPO DI NATALE (dalla S. Messa della Vigilia, fino all’Epifania del Signore)

TEMPO DOPO L’EPIFANIA (fino all’inizio della quaresima)

LIBRO II. MISTERO DELLA PASQUA DEL SIGNORE:

TEMPO DI QUARESIMA (dalla 1 domenica al sabato in traditione symboli)

SETTIMANA AUTENTICA O SANTA

TEMPO DELLA PASQUA DEL SIGNORE (da Pasqua fino a Pentecoste)

LIBRO III. MISTERO DELLA PENTECOSTE

TEMPO DOPO PENTECOSTE, SETTIMANE PRIMA DEL MARTIRIO (dalla Domenica di Pentecoste alla domenica che precede il martirio di S. Giovanni il Precursore 29 agosto)

TEMPO DOPO PENTECOSTE, SETTIMANE DOPO DEL MARTIRIO (dalla domenica dopo il 29 agosto e fino alla 3° di ottobre)

TEMPO DOPO PENTECOSTE, SETTIMANE DOPO LA DEDICAZIONE DELLA CHIESA CATTEDRALE (dalla 3° domenica di ottobre all’inizio del nuovo avvento)

Entriamo ora nel vivo del tempo dopo Pentecoste – settimane dopo la dedicazione della Chiesa cattedrale. La maggior parte delle informazioni contenute in questa dispensa sono tratte da “Ambrosyus 1/2009”, il sussidio che, a suo tempo, è stato predisposto per la conoscenza e l’approfondimento del nuovo lezionario ambrosiano.

Il lezionario del libro terzo – settimane dopo la dedicazione della chiesa cattedrale

L’attuale denominazione di questa domenica eviden­zia il carattere di riferimento che il Duomo di Milano riveste per i fedeli dell’Arcidiocesi e per quanti, in al­tre diocesi, appartengono a comunità che seguono il Rito Ambrosiano e celebrano in varie date dell’anno la dedicazione delle rispettive cattedrali. L’anniversa­rio di consacrazione della “chiesa madre” dei fedeli ambrosiani «in consonanza con la tradizione liturgica della Chiesa d’Antiochia, dalla tarda antichità ha mar­cato la parte terminale dell’anno liturgico, assumen­dovi rilevanza pari alle maggiori solennità dell’anno (Natale, Epifania, Pasqua, Pentecoste). Il dato storico che conferma nella terza domenica di ottobre la data di consacrazione della cattedrale mila­nese o del suo altare (rispettivamente negli anni 452, 836, 1418, 1577, 1986) viene oggi contestualizzato at­traverso un triplice corso di letture, nel quale «alla Lettura dei testi profetici è possibile sostituire una Lettura neotestamentaria (Apocalisse e 1Pietro), grazie alla quale è ancora più fortemente accentuata la rilettura ecclesiale ed escatologica della categoria Tempio.

La terza sezione del Libro III, conclusiva del “Mistero della Pentecoste” e dell’intero arco dell’anno liturgico ambrosiano, prende nome di “Settimane dopo la De­dicazione”, con riferimento diretto alla solennità che le origina. Il carattere fortemente ecclesiologico emer­so dalla III domenica di ottobre si apre ora all’oriz­zonte universale sia in senso “geografico”, grazie al te­ma della missione, sia in senso “temporale”, grazie al tono escatologico dei brani biblici proclamati. In que­ste ultime quattro settimane si realizza una forte con­nessione tra ferie e domeniche, tanto che, come si avrà modo di vedere, vengono offerti «vangeli propri per ciascun giorno, legati ai temi delle diverse domeni­che» (n. 218).

La concentrazione sulla Chiesa locale — celebrata nella Dedicazione del Duomo — si accompagna così alla condivisione della sollecitudine di tutte le Chiese, af­finché il Vangelo sia predicato ad ogni creatura. Per ciascuno dei tre anni (A, B e C) la domenica del man­dato missionario offre un trittico particolare di brani neotestamentari.

Il complesso triennale delle letture mostra i destinatari e i portatori dell’annuncio animati dall’a­zione dello Spirito e rende esplicito, attraverso il tema battesimale e la celebrazione eucaristica, il percorso dell’iniziazione cristiana.

La settimana successiva illustra, attraverso le pagine e­vangeliche, la sequela di Cristo con le sue esigenze: l’i­nadeguatezza di chi «si volge indietro» (Le 9, 57-62 ), il giovane ricco (Mc 10, 17-22), la verginità per il re­gno dei cieli (Mt 19, 9-12), la promessa di Gesù a quanti lasciano tutto per seguirlo (Mt 19, 27-29), la ri­compensa di chi accoglie un profeta (Mt 10, 40-42), la radicalità del discepolo: «chi vorrà salvare la propria vita la perderà; ma chi perderà la propria vita per cau­sa mia, la salverà» (Mt 16, 24-27).

Alla domenica del mandato missionario risponde, nel­la II domenica dopo la Dedicazione, la vocazione di tutte le genti alla salvezza.

«Nell’ultima Domenica dopo la Dedicazione si celebra la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re del­l’universo». Essa inaugura la settimana finale dell’anno ambrosiano e la conclu­sione del Libro III – “Mistero della Pentecoste”. In questo giorno il Lezionario propone la regalità di Gesù alla luce di una triplice prospettiva: il Re “Figlio di Dio”, il Re crocifisso, il Re giudice glorioso.

L’ultima settimana dell’anno liturgico «avviando alla I domenica di Avvento, propone, attraverso una serie di parabole, un pressante invito alla vigilante attesa dello Sposo» (n. 219). “Vegliate?” è l’esortazione che torna in tutti i Vangeli, esplicitamente oppure come monito implicito delle parole di Gesù, mentre nelle Letture ­tratte dall’Apocalisse, come in tutti i giorni feriali del­le quattro settimane dopo la Dedicazione — emerge la tensione della Chiesa verso l’incontro finale col Risor­to. Attraverso le pagine dell’Apocalisse il Lezionario educa i credenti a contemplare il compimento del di­segno salvifico di Dio e ad attendere con fede e spe­ranza il ritorno di Cristo.

Così nella settimana dopo la Dedicazione vengono presentate le “lettere degli angeli alle sette Chiese”; seguono poi, nelle rimanenti settimane, «due serie in sé compiute di pericopi: nell’anno I relative alla visio­ne dell’Agnello, della liturgia celeste, della Sposa; nel­l’anno II relative alle visioni della Donna, della Bestia e della Città» (n. 220). Infine, «”Verrò presto!” (Cf Ap 22,7) è l’annuncio posto a conclusione dell’anno liturgico, ed è l’approdo cui anela quale Sposa la Chiesa, dopo aver ripercorso attraverso il succedersi dei tempi rituali l’intera storia della salvezza e averla rivissuta nell’anamnesi misterica delle celebrazioni culturali» (n. 221).

A conclusione dell’ultima sezione del Lezionario, l’in­vocazione rivolta al Signore dalla Sposa e dallo Spirito santo, «Vieni!» (Ap 22, 17).

È con queste note che raccomando a tutti un servizio ancora più serio e prezioso!